di Giorgio BICOCCHI
“Ma er Milan poteva vince co’ sta maglia assurda?”. La Lazio passa a San Siro in modo meritato. Parliamoci chiaro: era una partita che avremmo meritato di vincere con almeno tre gol di scarto. E’ stato invece Pedrito, con freddezza, a bucare Maignan dal dischetto. Gioia incontenibile, spezzato l’incantesimo Meazza. Con una prova superba di tutti i reparti torniamo in lizza per il quarto posto. “Aho, quando giocano tutti co’ la tigna nun ce ne è pe’ nessuno”: vero, stasera era oggettivamente dura per tutti tenerci a bada, così compatti e tenaci…
Primo tempo
– Dia, ma che fai? Dopo l’errore di Venezia il senegalese si mangia un gol. Lanciato davanti a Maignan calcia debole, fallendo il vantaggio;
– La Lazio spinge, Milan gia’ alle corde. Tavares fa sconquassi, Isaksen calcia fuori due volte;
– Possibile vivere una domenica senza errori arbitrali ai nostri danni? Macché, il fegato ormai ne risente. Musah tocca Dia: sarebbe rosso ma Manganiello fa correre. “Con 18 telecamere tocca assiste ancora a sti scempi…”, ci scrive un amico. Ma mica sarà finita qui…;
– Dopo una ventina di minuti il Milan si desta. Badate bene: non c’è coralità, tutti si muovono per conto proprio. “Hai presente quando all’oratorio ognuna giocava pe’ se?”. Ecco, una cosa del genere. Anche se poi, dalla trequarti in su, entrano in scena gli artisti;
– Ma e’ arrivato il momento di sbloccarla. Marusic impegna Maignan, irrompe Zaccagni che gonfia la rete. Vantaggio netto e meritato;
– Conceicao toglie Musah e butta dentro Joao Felix, retrocedendo Rejnders a fare il mediano. Il Milan ci prova da fuori ma centralmente non sfonda;
– San Siri però è maledetto. Theo meriterebbe il rosso per un intervento-killer (anche se era girato) su Marusic, fino ad allora controllore puntuale di Leao. Adam barcolla ma si tocca la coscia. Saranno problemi allora da quella corsia;
– Legittimiamo il vantaggio con un destro di Zaccagni che sfiora il palo con Maignan immobile;
– Finisce la frazione con un duplice rammarico. Dovevamo stare avanti di un paio di gol e il Milan doveva rimanere in inferiorità numerica, diamine…
Secondo tempo
– C’è Lazzari, come previsto. Dovrà frapporsi – fuscello come e’ – ai chili di Leao e Theo. “Speramo bene”, anticipa un amico di stadio;
– Gigot piazza invece di sfoderare il gran tiro: raddoppio sfumato. E dall’altra parte Joao Felix sfiora la traversa;
– Mentre Zaccagni calcia a lato di pochissimo un dubbio si insinua: ma perché non mettere un centrocampista in più, reggendo meglio l’urto e coprendo meglio gli spazi?;
– E Baroni ascolta il suggerimento: fuori Tchaouna, dentro Vecino. Mentre nell’area del Milan la palla e’ un flipper;
– E’ dalle fasce adesso che il Milan sfonda di più. “E se soffre, certo. Che volevi non soffri’?”. Ma il problema è che non abbiamo segnato il secondo gol pur avendo costruito tanto;
– Manganiello caccia Pavlovic per un altro durissimo intervento su Isaksen. Conceicao ristabilisce a linea a 4 ma toglie l’ultimo guastatore in mezzo al campo, Fofana;
– Dentro Patric e Pedro: e’ sempre una battaglia. Il Milan, pur col suo caos tattico, non ci sta;
– Ornai e’ sfida aperta. Attacchiamo noi, attacca il Milan. Tavares si perde Chukwueze che impatta di testa. “E te pareva…”. La Lazio si fionda all’attacco: sbagliamo l’ultimo passaggio;
– Poi arriva la giustizia: Maignan travolge Isaksen e Pedro, dal dischetto, ci fa sbancare San Siro. Diffidate sempre della Lazio: e’ questo l’avviso che arriva ai naviganti