di Giorgio BICOCCHI 

Allineati e coperti: questa la strategia giusta per mettere a nudo i disagi attuali del Milan. La stessa tattica adottata da Torino e Feyenoord: difesa attenta, palloni rubati e via di rimessa. Parliamoci chiaro: i viaggi della Lazio a San Siro assomigliano a vere odissee. Negli ultimi 36 precedenti abbiamo vinto solo due volte. Senza contare che l’ultimo gol messo a segno risale addirittura al dicembre 2020. Sarri, ad esempio, mai ha segnato un gol con la sua Lazio. Roba da Guinness dei primati, altroché…

Il Milan sarà pure in crisi, più verso la zona Conference che quella Champions, ma dispone sempre di una batteria offensiva che inquieta. Chi ferma Leao? Speriamo Marusic, per il fisico, più che il fuscello Lazzari. Chi frena Rejnders? Speriamo Rovella nonostante qualcuno lo dia in panchina (ma perché poi se già non ha giocato a Venezia?). Chi limita Gimenez, uno che quando giocava col Feyenoord ci ha sempre bucato? Speriamo il tandem Patric-Gila…

Capirete che resta una gara altamente a rischio nonostante San Siro sarà teatro di una contestazione lunga e rumorosa. Alla Lazio – con la sua organizzazione – il compito di domare le scorribande rossonere e di proporsi con successo perché la difesa del Milan genera obbrobrii da settimane, ormai.

I nostri che potrebbero mettere maggiormente in difficoltà il Diavolo? Gli esterni. Tavares, da dietro. Zaccagni e Isaksen, nei due versanti d’attacco. E se schierassimo quella formazione provata ieri nella rifinitura? Un undici sperimentale che poco ci rallegrerebbe. Pretattica? Speriamo. Intanto dobbiamo provare a schivare un’altra gara-imboscata. Non tanto difendendoci ad oltranza – perché non abbiamo né gli uomini ne’ la capacità – ma con l’ingegno, stretti in quaranta metri, pronti a gettarsi nei pertugi aperti dagli assalti rossoneri. Fondamentale sarebbe reggere l’urto della prima mezz’ora, tenendo a bada il
Milan a quel punto beccato dal suo pubblico. Ma servirà una Lazio di ferro, aggrappata alle sue certezze. Intanto recuperiamo dopo settimane Patric e Vecino. E non sono ritorni di poco conto visto che le sfide di marzo probabilmente orienteranno il nostro prosieguo in Campionato e in Coppa. Come sempre accade sarà la primavera ad imprimere – in un modo o nell’altro – la svolta alla stagione…

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