di Giorgio BICOCCHI 

Anni fa Fabio Capello, quando la Roma pareggio’ in Laguna praticamente lasciando a Venezia velleità tricolori, si giustificò dicendo “che l’erba alta aveva danneggiato la sua squadra”. Altri tempi, altre formazioni arancioneroverdi capaci di restare in A con idee e intuizioni.

Diciamoci la verità: il Venezia di oggi invece – a un paio di vittorie dalla zona-salvezza – sembra destinato a un finale di stagione beffardo. Tre sole vittorie colte nelle 25 gare giocate, una marcata idiosincrasia in zona-gol (solo 22 centri). Aggiungete che il mercato d’inverno sembra davvero aver indebolito la squadra, privandola ad esempio del bomber dei fiordi Pohjanpalo, emigrato al caldo della Favorita, quasi accettando insomma il destino cinico e baro della discesa in cadetteria, seppur mitigata dal “paracadute” degli oltre 20 milioni di euro previsto per chi lascia la massima serietà. Inoltre aggiungete che questa squadra mai ha cambiato spartito: difesa alta, gol incassati con procedure ripetitive, atteggiamento sempre marcatamente spavaldo. Insomma, i difetti cronici palesati da Di Francesco in Ciociaria trasmigrati pure al “Penzo”.

Alla Lazio si chiede di fare… la Lazio. Senza strafare, tenendo la barra dritta della concentrazione e dell’ardore. Giocando da subito a ritmo alto. Al Venezia il pari servirebbe davvero a poco: facile allora che gli arancioneneroverdi – come il calcio di Di Francesco insegna – partano forte, mettendo in mostra due belle individualità come Busio e Oristanio (occhio…), provandoci a mettere all’angolo.

Dovremo allora ripartire di slancio, approfittando degli spazi che la difesa avversaria (non irreprensibile) concede sempre. In questo senso le scorribande di Lazzari, Tavares, Isaksen e Zaccagni potrebbero portare sconquassi.

Conoscete il canovaccio classico di questi “testacoda”: se la sblocchi subito la gara si mette in discesa. Eventualità che per noi mica sarebbe da disprezzare dovendo poi gestire le tossine della sfida secca di martedì notte contro l’Inter al Meazza. Su chi puntare in questo viaggio in Laguna, sostenuti solo dai Laziali del Nord Italia? Su Zaccagni, Dia e Noslin. Ecco dall’olandese ci attendiamo una prova rassicurante: senza Taty abbiamo maledettamente bisogno – con la girandola di gare che ci aspetta – di nuove certezze…

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.