di Giorgio BICOCCHI
“Questi va a finì’ che nun ce fanno veni’ più in Sardegna manco d’estate…”, ammonisce festante un amico al termine della gara di Cagliari. In effetti vinciamo qui da sei anni di fila e da venti partite consecutive i rossoblu’ non ci battono. Successo sofferto ma meritato per il computo di occasioni create. Qualche ombra su alcune prestazioni (Gila), arrabbiature per il gol preso (su angolo, Dio mio…) ma nel complesso – pure in una gara zeppa di insidie come sono tutte quelle che vanno in scena sull’isola – e’ vittoria di grandissima importanza che ci rilancia al quarto posto in solitaria con orizzonti meno cupi davanti…
Primo tempo
– Magari non è un approccio drammatico come in alcune gare recenti però rischiamo. Viola impegna Provedel. Poi Piccoli sbaglia un gol facile facile sottoporta;
– “Aho, questo è sempre un campaccio”, chiosa un amico che aveva visto giocare la Lazio anche al vecchio Amsicora, lo stadio dello scudetto del ‘70;
– Noi ruminiamo calcio sterile. Ci muoviamo in modo lento. E mettere in crisi le due linee molto strette del Cagliari pare già un’impresa;
– Passaggi lenti e prevedibili. Manca lo spunto di un centrocampista con la maglia numero 10. O gli spunti dalle fasce (e qui uno rimpiange sempre Lazzari e Tavares);
– Per mezz’ora la gara scorre così. Cagliari coperti e compatto. Noi col pallone quasi sempre tra i piedi ma incapaci di pungere;
– Annullano un gol a Dia (ma non per fuorigioco – come aveva inizialmente rilevato un disattento guardalinee – ma per un decisivo colpo di mano) ma la sensazione resta quella di una gara complicata;
– “Tocca svejasse… e pure in fretta”, ci scrive un vicino di stadio. E la Lazio pare sentirlo. Il Taty da fuori: alto. Poi Zaccagni sbaglia la scelta: solo, seppure da posizione defilata, invece di fare un pallonetto la passa al centro…;
– Isaksen sembra il più ispirato. “Aho, forse le voci de mercato l’hanno fatto sveja’”, si commenta acidamente;
– Ma e’ proprio il danesino a dare il la’ al vantaggio. Semina un avversario e offre una bella palla in verticale per Hysaj. Il cross a centroarea e’ un cioccolatino per Zaccagni che sfrutta pure un intelligente velo di Dia. Un gran bel gol al termine di una frazione in cui avevamo combinato poco;
– E adesso? “Mo’ tocca faje in fretta er secondo… La Lazio e’ incapace de difendese e mai vince 1 a 0…”. Mentre si filosofeggia Baroni, col cappello calzato per il vento proveniente dal mare, in tribuna aziona il cellulare e da’ indicazioni per la ripresa;
Secondo tempo
– Conosciamo la Lazio, mica solo questa aquadra… Inizia la ripresa e la squadra imbarca acqua. Prima Zortea a lato, poi Adopo si mangia il pareggio. Che acciuffa di testa Piccoli, lasciato da solo su corner, con Provedel che non esce… cavolo, c’era da aspettarselo un inizio così. Lazio però impreparata e dunque colpevole;
– La fortuna e’ che non ci abbattiamo. Anzi, reagiamo. Taty impegna Caprile. Poi Romagnoli si vede negare l’1 a 2 dallo stesso portiere;
– Sbagliamo parecchi passaggi ma però abbiamo un’anima e non molliamo. Dia di testa, Taty a centro area infila il vantaggio;
– “Daje, chiudemo sta partita…”, i commenti sono univoci. E ci proviamo a mandarla in archivio. Zaccagni impegna Caprile dopo assist al bacio di Rovella. E dopo tocca a Isaksen impegnare severamente il numero 1 rossoblu;
– Qui ci spegnamo. Cala la condizione fisica di tutti. E si soffre, si soffre maledettamente ma per fortuna il Cagliari sbaglia e fa più caos che altro…;
– Arriva la settima vittoria in trasferta. E, alla vigilia della sfida interna col Monza, vale tanto, tantissimo…