di Giorgio BICOCCHI
Abituati quest’anno a dettare legge in Europa alla fine questo stop ci scoccia. “Da’ retta, mejo essersi levato sto 0 delle sconfitte… O volevi anda’ negli ottavi col percorso immacolato?”, prova a convincerci un collega con il quale da anni vediamo insieme le partite. Perdiamo a Braga, chiudiamo comunque primi nella maxi-classifica e niente si può comunque imputare ad una Lazio 2, a tratti anche 3, assolutamente rivoluzionata.
In Europa torneremo a giocare a marzo: inutile ipotizzare il prossimo incrocio. Se accadesse quello che si ipotizza ce ne faremo una ragione…
Primo tempo
– “Neppure er giovedì questi hanno giocato insieme…”: il commento caustico di un amico fotografa subito la Lazio. Che, inedita e improvvisata, incassa subito lo svantaggio grazie ad un colpo da biliardo di Horta. Tutto facile per il Braga: mai nostri centrali di difesa dov’erano?
– Complicato chiedere di più al nostro undici. La coppia centrale di centrocampo, composta da Dele e Gila, quasi mai si scambiano la palla. E questo la dice lunga…;
– Un problema fare gioco senza i consolidati punti di forza. Bisognerebbe andare subito sugli esterni: ma Pellegrini – da una parte – e Tchaouna – dall’altra – fanno più confusione che altro;
– “Manco nelle partite di agosto me so’ annoiato tanto…”, twitta un amico. E, in effetti, in uno stadio che ha una montagna dietro a una porta, al cospetto di un avversario non trascendentale, e’ complicato darsi e trovare motivazioni;
– Chi e’ il giocatore più intelligente in campo? Pedrito, ovviamente. Che calcia una punizione velenosa che sfiora il palo. Ma, soprattutto, si piazza in mezzo al campo per dare una mano agli improvvisati Dele e Gila;
– La frazione scivola senza fremiti: il Braga ci controlla agevolmente e non spinge più come nei primi minuti. Noi attacchiamo – o meglio, teniamo palla – senza crederci molto… “Ma dai, hai presente quando a calcetto convochi una serie de persone che manco conosci pe’ ovvia’ agli assenti? Ecco… semo questi…”;
– Che fare nella ripresa? Giochicchiare se vogliamo mantenere lo 0 a 1, concludendo la sgambata lusitana. Oppure dare più ritmo alle nostre giocate. Magari credendoci solo un po’ di più…
Secondo tempo
– Iniziamo calciando subito due angoli di fila. “Aho, daje che pareggiamo…”, ci scrive un amico della vecchia Tevere. Ma e’ un fuoco di paglia. Ci sono interpreti che non rendono… Chi sono? Tchaouna e Noslin, semplice;
– Il Braga ci controlla e poi riparte. Noi fatichiamo a creare. Pedro gioca da centrocampista aggiunto per dare un po’ di fosforo e inventiva alle nostre manovre;
– Pedrito si insinua nell’area avversaria ma viene tenuto;
– “Levalo, dai…”: e’ Tchaouna l’oggetto della riflessione. Entra Isaksen e quasi centra subito la porta. Gila fa fallo e viene ammonito. Baroni si volta, chiama Dia e lo fa entrare al posto dello spagnolo;
– Ultimi venti minuti: manterremo l’imbattibilità? Servono gli spunti di Dia, magari assistito da Isaksen e Taty. Commovente Pedro in versione regista: corre, contrasta, imposta. Non si da’ per vinto, insomma;
– Con Isaksen c’è un po’ più di imprevedibilità ma poca roba. Calciamo in porta con difficoltà. Avendo zone di campo inesplorate o quasi. Come quella che occupa Noslin;
– Dele ci prova e il portiere vola e ci nega l’1 a 1. Baroni concede la vetrina ai giovani Balde e Zazza. Mandas salva un gol fatto. Marusic piazza la palla ma il portiere avversario c’è. La notte in Portogallo va in archivio con il primo stop europeo della stagione che si somma alla resa con i viola. “Mo’ però lunedì vincemo a Cagliari”, ci ricorda il Laziale in cerca di riscatto…