di Stefano BELLI – foto di Antonio FRAIOLI

Una Lazio formato derby, nel senso che al 17′ del primo tempo è già sotto di due gol, con gli avversari che a quel punto pensano solo a traccheggiare e a chiudersi a riccio per poi ripartire in contropiede appena ne hanno l’occasione. Con queste premesse per i biancazzurri diventa quasi una missione impossibile rimettere il risultato in discussione, solamente dopo il novantesimo si apre uno spiraglio grazie alla zampata di Marušić ma la reazione tardiva non basta e matura così – anche “grazie” al palo di Pedro a tempo scaduto – la settima sconfitta in campionato per i ragazzi di Baroni che al momento dimostrano di essere più una squadra da coppe, sperando di non essere smentiti a breve anche su questo.

I TITOLARI

PROVEDEL 5,5 – Si fa bucare i guantoni dal tiro di Adli che porta avanti i viola, impotente anche sull’incornata vincente di Beltrán per il bis degli ospiti, graziato dal palo che nega il tris a Gudmundsson (e lì la partita sarebbe finita).

MARUSIC 6 – Da un suo errore nasce il gol della Fiorentina, in più occasioni arranca e non riesce ad arginare gli esterni viola che sfondano con fin troppa disinvoltura. Mezzo punto in più per aver trovato il gol della speranza nel recupero, De Gea gli nega una doppietta che sarebbe stata clamorosa.

GILA 5,5 – Non copre bene l’area di rigore sullo 0-1, anche sul secondo gol della Fiorentina lascia dei buchi enormi, prova a partecipare con insistenza alla manovra offensiva sperando magari di bissare la rete di giovedì scorso, ma Natale cade una volta l’anno.

ROMAGNOLI 5,5 – Troppo leggera la marcatura su Adli che così è libero di scuotere la rete. Fatica a mantenere i nervi saldi con i giocatori di Palladino che tentano in tutti i modi di buttarla in caciara.

PELLEGRINI 5 – Folorunsho e Dodò lo mandano a spasso con una facilità imbarazzante. Ci prova da fuori ma stasera neanche la sua mira funziona granché. Bisognava impegnarsi parecchio per far rimpiangere Tavares sulla fase difensiva ma gli riesce con una naturalezza sopraffina.

GUENDOUZI 6 – Orfano di Rovella, si ritrova a predicare nel deserto, Dele-Bashiru ci mette tutta la buona volontà del mondo ma non è (ancora) un centrocampista a tutto tondo.

DELE-BASHIRU 5,5 – Un po’ troppo innamorato del pallone, si fa “rubare” qualche calcio d’angolo, un paio di tentativi velleitari che sortiscono zero effetti.

ISAKSEN 6 – I giocatori della Fiorentina gli concedono spazi per sfondare e lui non si fa di certo pregare, come al solito gli manca sempre un soldo per fare una lira. Troppo timido nei contrasti e quando punta l’uomo non lo salta mai del tutto.

DIA 5,5 – Poco incisivo, pascola in mezzo alla trequarti della Fiorentina senza avere la benché minima idea di cosa fare, tipo Nanni Moretti a Ecce Bombo che non sa se andare alla festa e rimanere in disparte oppure non andarci proprio. Qualche timido segnale nella ripresa ma viene sempre murato senza troppi complimenti.

ZACCAGNI 6 – Sbriga il lavoro sporco, non trova l’occasione giusta per rimettere le cose a posto, anche solo in parte. Prova a ributtarla in mezzo ma non trova compagni da servire. Uno dei meno peggio.

CASTELLANOS 5,5 – Cerca subito il gol ma se avesse lasciato sfilare il pallone dietro di lui c’era Zaccagni prontissimo a insaccare. Sbaglia un paio di agganci sottoporta, nella ripresa colpisce in girata mandando la sfera nel parcheggio dello Stadio dei Marmi. Fa sempre la cosa sbagliata nel momento (e nel posto) sbagliato.

I SUBENTRATI

DAL 46′ ROVELLA 6 – Guida l’arrembaggio iniziale nella ripresa ma la sua spinta propulsiva si esaurisce dopo pochi minuti.

DAL 46′ PEDRO 5,5 – Serata no anche per lo spagnolo che non vede la porta di De Gea nemmeno con un telescopio spaziale. Poi quel palo al 98′ che grida vendetta…

DAL 66′ HYSAJ 6,5 – Il suo ingresso in campo viene salutato come una manna dal cielo dai tifosi, più che altro perché a lasciargli il posto è Pellegrini. Inventa anche la sponda per l’1-2 di Marusic.

DALL’80’ NOSLIN s.v.

IL MISTER

BARONI 5 – Speriamo per lui che la scelta di non schierare Rovella dal primo minuto sia dovuta a problemi fisici del numero 6, altrimenti non si spiega visto che senza di lui il centrocampo della Lazio si scioglie letteralmente al primo affondo della Fiorentina. Sicuramente ha allestito formazioni migliori anche in situazioni di emergenza, fatto sta che a Palladino basta un quarto d’ora per incartargli completamente la partita. Prova a metterci una pezza nel secondo tempo ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla e i suoi ragazzi si svegliano troppo tardi.

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