di Giorgio BICOCCHI

“Ah, ma quindi se po’ segna’ su angolo? Con Sarri pareva vietato per decreto…”. Uno dei tanti amici costretti a restare a Roma chiosa un pensiero salace… La Lazio torna a vincere dopo quasi un mese e regala interessanti indizi. Una ritrovata brillantezza, fisica e di idee. Una corposa produzione offensiva: potevamo segnare molto più dei tre gol finali. Anche non aver subito gol – nonostante diverse, nitide occasioni create dai gialloblù – e’ un’altra iniezione di fiducia. Poi alcune considerazioni sui singoli: Dia, un gol e un assist, potrebbe essere l’uomo determinante in questa seconda parte della stagione. E poi Gigot: ci mancava un difensore che vedesse la porta: il francese, pur giocando ad intermittenza, e’ già a due centri che hanno fruttato sei punti.
Intanto ricacciamo indietro chi voleva superarci in classifica. O avvicinarsi. Bentornata Lazio!




Primo tempo

– Finalmente una partenza sparata, ancor più della gara di andata. Zaccagni, da corner, inventa una traiettoria facile facile per la zuccata di Gigot. Allez, siamo in vantaggio!

– “Aho, questi dietro aprono crateri: tocca approfitta’”, ci scrive un amico. Si ma dietro occhi aperti perché Provedel salva su Tengstedt;

– Poi, per 15’ buoni, dominiamo la scena. Taty si dimena tanto ma commettendo pure tanti errori. Idem Isaksen. Per fortuna ci sono Guendouzi e Dia. La procedura del secondo gol e’ magnifica: Matteo, da poco oltre la nostra area, verticalizza per Dia che galoppa e trafigge Montipo’;

– “Hai visto er centravanti vero come capitalizza? Già. E se Dia si mette a segnare saranno dolori per le difese avversarie;

– Avremo poi diverse occasioni per triplicare. Con Taty, Isaksen, Guendouzi. Ma il tris non arriva;

– E Hysaj, chiederete. Dalla sua parte raramente il Verona svetta. Sicuro, autoritario. “Sicuramente mejo de Lazzari”, sintetizza un amico, certo non amico di Manuel;

– Ma si può restare tranquilli con la Lazio? No di certo. Nel finale della frazione stacchiamo la spina. E rischiamo, hai voglia… Duda sfiora il palo, Tengstedt si mangia un gol. Poi altre mischie furibonde. Con la palla che, in una circostanza, scheggia pure le traversa…;

– Per fortuna il tempo si chiude. Ma con un monito: guai a tornare in campo così scapestrati, nello stesso modo con cui abbiamo chiuso la prima frazione…

Secondo tempo

– Zanetti spedisce in campo Livramento. In difesa soffriamo. Nuno si accartoccia in campo e temiamo brutte cose. Il Verona sprinta e non molla;

– Poi, nel momento migliore gialloblù, Dia si invola e serve Zaccagni. Eccolo, il tris. Finalmente;

– “Questi mettono paura dietro”, chiosa direttamente dal “Bentegodi” un Laziale di stanza a Modena. Ed e’ cosi: se incassi due o tre gol a partita e’ un problema serio…;

– “Stamosene tranquilli e pensamo alla Real Sociedad…”: ma la gara mica è finita. Il Verona schiuma rabbia. Dia danza sulla palla come un ballerino. Intanto Taty si mangia il poker su assist al bacio di Tavares;

– Baroni pensa giustamente ai due prossimi, importanti ravvicinati impegni. Inserisce forze fresche. Abbraccia Pedro quando fa il suo ritorno in campo. Rischiera nuovamente Dele Bashiru alto a sinistra;

– Giochicchiamo in attesa del fischio finale. In Curva i Laziali del Nord sventolano bandiere e alzano sciarpe. Il freddo avvolge il “Bentegodi”. “Aho, ma mica pure Venezia sarà vietata come trasferta? Io faccio in tempo a cambia’ residenza perché al “Penzo” ce vojo sta’”… Basta il primo successo del 2025 per rilanciare un vecchio coro: “farò quel che potrò per la mia Lazio…”






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