di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

“Ma Dia c’ha ancora la malaria?” E’ l’interrogativo che serpeggia uscendo dall’Olimpico. E l’oggetto della riflessione e’ il centravanti senegalese: qualcuno ancora non si capacita del modo in cui abbia fallito, sotto la Tevere, il gol del possibile 2 a 0. La Lazio si conferma realtà luccicante del Campionato: tanti 35 punti in 18 gare disputate, una media di quasi due a partita. Gioca in primo tempo stratosferico, pur in piena emergenza. E nella ripresa subisce il ritorno dei primi della classe: peccato solo aver preso il gol del pari al minuto 88. E peccato pure perché forse solo con Vecino e Pedro – magari gettati nella mischia nella ripresa, quando la palla scottava… – avremmo potuto vincere.




Primo tempo

– L’approccio e’ favoloso. Corriamo, pressiamo, rubiamo palla. Ci muoviamo a fisarmonica. Meriteremmo il vantaggio, hai voglia;

– “Ammazza che jella…”, sbotta così un vicino della Tribuna Stampa quando Taty, due volte, impegna Carnesecchi. Poi, sulla respinta del portiere, Guendouzi c’entra una clamorosa traversa;

– “Nun e’ che famo la fine della partita co l’Inter?”: il dubbio si insinua perché l’andamento pare quello. Lazio arrembante, orobici mezzi svagati;

– Rovella in versione Almeyda: corre per tre. E Gila, dietro, ingaggia un duello rusticano con Lookmann. De Katelaere non si vede. Insomma, teniamo;

– In avanti produciamo tanto e raccogliamo poco. Ci prova Taty, poi Tchaouna. Il vantaggio arriva meritato, questione di attimi;

– Castellanos lavora una gran palla sulla trequarti, la difesa nerazzurra sale ma si trova davanti un colosso d’ebano – Dele Bashiru – che si invola verso Catnesecchi e lo buca;

– “Ammazza che Lazio”, si commenta in tribuna;

– La reazione della capolista? Si materializza su spioventi. E proprio prima del fischio del primo tempo Djmsiti da trattenere il fiato ai 45.000 dell’Olimpico. La palla sfiora il palo…;

– Inizia a fare freddo mentre le squadre guadagnano gli spogliatoi. La riflessione e’ comune: Lazio bella, anzi bellissima. Ma non è che abbiamo speso troppo? Già… Gasperini da’ una occhiata alla sua opulenta panchina e si prepara a ribaltare come un calzino l’Atalanta…;

Secondo tempo

– Subito due corner: chi si aspettava una Atalanta sonnolenta ha un colpo al cuore. Cuadrado regala freschezza sotto la Tevere. E pure Lookman sembra destato;

– Subiamo d testa e su palle inattive. Lookmann e’ di nuovo furetto. Noi opponiamo la diga Guendouzi-Rovella: e mica è poco…;

– Provedel sventa su Lookmann. L’Atalanta scodella in area e qualcosa succede sempre;

– Baroni fa entrare Dia. Che, diciamolo, avrà la colpa di fallire un facile gol del raddoppio non riuscendo a intercettare una palla quasi da dentro la porta, diamine;

– L’Atalanta intensifica gli sforzi. Noi non teniamo più una palla. Isaksen, subentrato, ne perde parecchie. Poi Baroni inserisce Castrovilli per Taty. E non si rivelerà mossa granché azzeccata perché ci priviamo di un lottatore;

– “Aho, la botta e’ nell’aria…”, si profetizza in tribuna. Peccato però che il gol del pari arrivi dopo una azione confusa. Con la palla spinta in rete dal subentrato Brescianini;

– La Lazio si era spenta sul più bello. Il rammarico e’ quello di produrre molto e raccogliere poco. Un difetto su cui dovrà lavorare Baroni. E forse la società nella prossima estate…






LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.