di Gisella SANTORO
Molto spesso all’interno di una squadra c’è chi fa il lavoro sporco, chi gioca per gli altri restando in disparte, chi si sacrifica per il bene del gruppo.
Nella partita contro l’Atalanta questo ruolo ingrato è stato svolto in maniera eccellente da Castellanos: in fase di attacco ha messo in difficoltà la difesa della Dea e, con la sua fisicità ad ogni azione offensiva della Lazio, ha tenuto incollati due difensori avversari lasciando libertà di azione ai compagni di squadra. Anche in fase difensiva è stato fondamentale nel dare una mano, giocando arretrato ma sempre pronto a muovere il pallone in avanti.
Castellanos è uno degli attaccanti che ha sbagliato di più sottoporta in questo campionato, ma nonostante tutto, i numeri dicono ben altro: è il capocannoniere della Lazio con 9 gol (7 in Serie A e 2 in Europa League) e, quando è presente in campo, la squadra biancazzurra ha una percentuale più alta di vittorie rispetto a quando è assente. Non è un caso che nel corso del primo tempo sia andato vicinissimo al gol in due occasioni e che il pareggio dell’Atalanta sia arrivato qualche minuto dopo la sua sostituzione.
Dal Taty ci aspettavamo tanti gol, ma all’interno della Lazio l’argentino è qualcosa di più di un semplice attaccante: è una pedina importante che sa creare la giusta intesa con i compagni di squadra e ha tutte le carte in regola per diventare il vero leader del gruppo di Baroni.