di Giorgio BICOCCHI

Per una volta bisognerebbe pensare più agli altri che a noi stessi: oggettivamente complicato però riferirsi alla Lazio, squadra che – da agosto ad oggi – ha pareggiato solo una volta, pure per sbaglio.

Insomma, a noi piacerebbe una Lazio che si copra nella propria metà campo e poi riparta di slancio. Perché – la storia e’ nota – l’Atalanta e’ solita concedere sempre pertugi interessanti.




Certo, quando si affronta una squadra reduce da undici vittorie di fila (in pratica quasi tre mesi di successi…) le preoccupazioni sono tante e pure giustificate. Tanto più che noi – nella nostra precedente esibizione interna – ne abbiamo incassati sei dall’Inter in una notte da incubo. Ecco perché occorrerebbe pensare più a limitare gli avversari – stavolta – che ad accamparci nella metà campo avversaria, lasciando poi campo libero alle scorribande di Lookman e De Kaetelaere. Vorremmo una Lazio più accorta: con tre mediani a contrastare e a far ripartire la nostra azione. Con i due esterni alti (Zaccagni e Isaksen) che aiutino in copertura, adottando un 4-5-1, ad esempio, quando sono gli altri ad attaccare. Badate bene: non sarebbe solo una tattica conservativa perche‘ poi – di rimessa e in verticale – sapremmo anche fare male.

Firmeremmo subito per un pari, lo confessiamo. E non e’ escluso che un ragionamento conservativo non possa anche farlo la Dea, soprattutto se abbia messo nel mirino la conquista della Supercoppa Italiana. Il 2 gennaio e’ in programma a Ryad la semifinale con l’Inter e chissà che Gasperini – almeno all’inizio della sfida dell’Olimpico – non tenga in panchina qualche big.

Noi – rispetto alla gara con l’Inter – avremo un Taty in più. E non è roba di poco conto, credeteci. Peseranno in realtà come macigni le assenze di Pedro, Noslin e Vecino (che non ci daranno cambi preziosi in corso d’opera) e la diffida di Gila, colonna della nostra retroguardia. Sarà notte complicata, inutile girarci attorno: perché affrontiamo una squadra che vive un giustificato entusiasmo e perché dietro l’angolo c’è un derby in cui abbiamo tutto da perdere. Servirà una Lazio di ferro, un po’ furba, un po’ ricca di mestiere per schivare l’imboscata. Crediamoci!






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