di Fabio BELLI
Le pagelle biancazzurre della pesantissima vittoria della Lazio a Lecce, con la squadra di Baroni che si conferma specialista dei gol nel finale di partita.
Provedel 6 Si sta discutendo ultimamente sull’inamovibilità della sua figura, ma va detto che quest’anno ha preso più gol della domenica dell’intera carriera: Tete Morente si aggiunge a una lunga lista, poteva farci poco o nulla e per il resto è stato impegnato solo da un’altra gran botta dello spagnolo sullo 0-0.
Lazzari 6 La sua mobilità è encomiabile ma non trova la giocata di qualità. (dal 38′ Marusic 7.5 Segna un gol bello, pesantissimo e soprattutto meritato, nel finale però si fa scappare Rebic in un modo che tradisce le difficoltà già viste con l’Inter. Fortunatamente questa reta la sua grande serata).
Gila 7.5 Un autentico gigante a livello difensivo, la sua velocità nei recuperi è esaltante e la precisione negli interventi è da difensore top.
Romagnoli 7 Pur ancora acciaccato mette a disposizione tutta la sua esperienza, è tornato da diverse settimane quello dei tempi migliori. Nel finale è sfinito e non per caso la Lazio inizia a traballare.
Nuno Tavares 5.5 Escludendo la debacle collettiva contro l’Inter, sua peggiore prestazione da quando è arrivato in biancazzurro: aveva abituato tutti benissimo, più che i mancati affondi gli si rimprovera una certa leggerezza in copertura (dal 70′ Pellegrini 6.5 Entra con grande voglia, rispetto al portoghese è meno appariscente ma più concreto).
Rovella 6.5 Non ai livelli stellari degli ultimi tempi, ma copre comunque una porzione di campo impressionante. Anche lui sembra soffrire di un po’ di ansia post-Inter, sale comunque di tono dopo qualche affanno iniziale.
Guendouzi 5.5 Gioca un’infinità di palloni ma ne sbaglia altrettanti, la sua voglia di lottare è un esempio e probabilmente, nonostante la mancanza di precisione, sarebbe sufficiente se non perdesse per un passo in più Kaba, in un finale che avrebbe potuto vanificare tutto.
Isaksen 6 Cerca di nuovo il gol stile Napoli, torna però preda di qualche incertezza in zona tiro. Va certificato il suo grande lavoro in fase di copertura, è ormai un ingranaggio completamente funzionante per Baroni (dal 70′ Tchaouna 6 Porta freschezza in un momento molto delicato).
Dia 5.5 L’impressione è che abbia perso la forma che, fino al “caso-malaria” l’aveva contraddistinto. Il suo ruolo è importante e lui prova a gettarsi sui palloni vaganti in attacco con generosità, ma sbaglia molto attivando anche ripartenze avversarie pericolose. Sfortunato sul gol annullato che gli avrebbe regalato gran fiducia (dal 64′ Pedro 7 Con lui in campo la squadra ritrova il passo per cercare la vittoria, e la trova: è l’unico che ha la lucidità di cercare la giocata al limite dell’area senza ricorrere sistematicamente a sterili cross).
Zaccagni 6.5 Affonda costantemente, anche prendendosi dei rischi quando Manganiello non fischia e il Lecce riparte. Cerca di fare il Capitano, dopo una dura sconfitta è quello che serviva (dal 83′ Noslin 6 Sfortunato, si fa male immediatamente con una botta tremenda alla caviglia. Stringe i denti e lascia la squadra in superiorità numerica nonostante il dolore).
Castellanos 7.5 Il primo tempo è un capolavoro, ogni tocco un pericolo per il Lecce fino al jackpot: procura espulsione avversaria, rigore e segna pure dagli undici metri. Nella ripresa la difesa a 6 del Lecce lo imbottiglia ma si conferma lottatore di categoria: non sarà uno sfondatore di reti ma è già a quota 7 in Serie A, quasi il doppio di tutta la scorsa stagione.
L’all. Baroni 7.5 Il primo tempo è una gran risposta che scaccia via le ombre dell’Inter, ma il jolly di Tete Morente (a proposito, urge un contro-malocchio per i gol della domenica degli avversari) complica tutto. Come dice giustamente in conferenza stampa, poteva mettersi male e invece la squadra risponde, rialza la testa, sbaglia anche tanto ma comunque ce la fa. E lui resta l’allenatore più decisivo della Serie A per l’apporto dei cambi, con la squadra che ha numeri da record nell’ultimo quarto d’ora.