di Giorgio BICOCCHI

“Er taumaturgo der Salento vie’ dar Montenegro…”: la sintesi di un vecchio amico affresca il finale del Via del Mare. Tutto in una volta: la Lazio vince la quinta gara in trasferta della stagione e si rilancia in classifica. Paradossalmente abbiamo giocato meglio in 11 contro 11: in superiorità numerica Lazio all’attacco ma in modo confuso. Manovra non lineare, qualche interprete non al meglio. Ma dopo lo smacco subito lunedì scorso era fondamentale vincere e ripartire. Ci riusciamo in una trasferta tradizionalmente ostile. E allora va bene così…




Primo tempo

– Un tiro basso, secco, bello di Lazzari lascia intendere che la Lazio ha iniziato la gara in modo feroce. “Aho, na’ volta che aveva tirato bene in porta…”, ci ricorda un amico rammentando i numerosi tiri alle stelle di Manuel con la nostra maglia;

– Ma non sarà in frazione facile. Il Lecce fraseggia bene e verticalizza. Dormi e’ ispirato e gioca per due. Noi spingiamo più a destra che dall’altro versante dove Zaccagni e Nuno sembrano un po’ fuori fase;

– Tete Morente da fuori area: Provedel ci mette i pugni. “Questo c’ha il nome di quei commissari di polizia spagnola che vanno a caccia di delitti irrisolti…”;

– Dia si insinua, poi Isaksen di testa: davanti a Falcone interviene Coulibaly;

– Gila giganteggia. “E c’era qualcuno che diceva che contro l’Inter – co’ lui in campo – non sarebbe cambiato niente…”, ammonisce un amico della Monte Mario. Si, nel post Lazio/Inter di cose buffe se ne sono lette;

– Isaksen, lanciato dal Taty, si ingobbisce e calcia in porta: Falcone para. Produciamo occasioni anche se non calciamo corners a differenze dai giallorossi;

– Il Taty da fuori area: gran movimento e bella girata. Falcone si tuffa e respinge. Buona Lazio anche se in qualche zona del campo (la sinistra) siamo prevedibili;

– Nel finale della frazione ci trascina Castellanos. Prende a spallate la difesa, impegna Falcone e poi – sulla ribattuta – spara in porta. Guilbert impedisce il nostro vantaggio ma con la mano. E’ rigore e cartellino rosso;

– “E mo’ chi tira?” Dopo l’errore in Coppa contro il Napoli, Zaccagni cede l’incarico al Taty. Che spiazza Falcone e ci regala lo 0 a 1;

– Siccome a Lecce siamo andati in vantaggio nelle ultime tre volte – per poi regolarmente perdere – abbiamo una esultanza contenuta. Anche se stavolta c’è un punto di vantaggio a nostro favore: giocheremo il secondo tempo in superiorità numerica, magari sfruttando gli spazi che ci elargirà il Lecce;

Secondo tempo

– C’è una squadra che si fa segnare con un uomo in più? Si, noi! Tete Morente indovina un tiro ficcante da fuori area che batte Provedel. “E te pareva…”, ci scrive un vicino di stadio;

– Da qui inizia un’altra gara. In cui attaccheremo ma pure esponendoci a ripartenze fulminee e coraggiose;

– Zaccagni sfiora – col solito tiro a giro – l’1 a 2 immediato. Calceremo poi diversi angoli. Ma non saremo lucidi perché braccati su ogni zolla del campo;

– “Ammazza questi quanti corrono…”: in effetti il Lecce non arretra. Giampaolo capisce che può essere anche una gara di non completa sofferenza;

– Al termine di una bella azione Dia segnerebbe pure. Ma Taty – al momento dell’assist – era in leggerissimo fuorigioco;

– E’ una lotta in campo. Noi attacchiamo ma in modo caotico. E Rebic, subentrato, come al solito ci fa tremare;

– Escono Tavares e Zaccagni. Ma chi entra non incide. Lo farà Marusic, più tardi;

– Dorgu, che spina nel fianco! Ecco un giocatore da prendere il prossimo anno! Nessuno dei nostri lo contrasta, ne’ lo limita;

– Falcone sbroglia, Noslin e Tchaouna potrebbero fare molto meglio;

“Niente, e’ la solita partita de Lecce…”, chiosa un amico. Ma il bello deve ancora venire…;

– Marusic, appena entrato, indovina un destro avvelenato. Lecce domato? Macché! Kaba, al quinto minuto di recupero, prende la traversa. E sulla respinta Pierotti la manda a lato. Roba da matti…;

– Un altro gol nell’ultimo scampolo di gara ci regala una vittoria di rara importanza. Saliamo a quota 34: sono 10 punti in più rispetto alla scorsa stagione…






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