di Giorgio BICOCCHI
Eccolo, Noslin, finalmente cigno. L’olandese si porta a casa il pallone e si prende la Lazio e l’Olimpico. Tre gol, due di testa, un altro realizzato di fino e di classe, sintomo che TJ ha riacquisito consapevolezza e autostima. Ricordate i suoi primi mesi in biancazzurro?
Complicati, difficili: perché la schizofrenica Roma non è Verona e i sussurri dell’Olimpico fanno più rumore di quelli del “Bentegodi”. Il costo del cartellino – pagato al Verona – deve essere stata un’altra zavorra psicologica. E poi c’è stata l’espulsione di Amburgo, con il rammarico di non poter dare una mano alla squadra nei tre successivi turni di Europa League.
Ma TJ – e di questo gliene va dato atto – mai ha mollato. Forse perché sapeva che uno dei suoi baluardi era Baroni, l’uomo che lo aveva accolto un anno fa proveniendo dal Fortuna Sittard, club decentrato della Eredivisie. Lu’, il ragazzo che faceva il rider, che preparava panini e poi li consegnava in bici o in motorino, aveva corroborato i propri sogni. Sognava il calcio ma quello vero, professionistico. E la Lazio gli sta adesso concedendo la grande occasione. Noslin, nelle ultime settimane, e’ sbocciato. Un gran gol contro il Genoa. Prima ancora la procedura di classe per il terzo gol al Toro. E, contro il Napoli, una tripletta da sogno. Tanto da chiedere ai fotografi a bordo campo di fargli poi avere l’istantanea più bella scattata dopo i suoi gol. Perché TJ è fondamentalmente un bravo ragazzo e un suo sogno e’ semplice: avere magari un luminoso poster che, nel salone di casa, ricordi una sua prodezza.
Per la Lazio – dopo questa notte da Re – la certezza di avere un titolare ritrovato, convinto della propria forza e dei propri estri. Forse più centravanti che esterno vedendo i suoi movimenti regali e la procedura con la quale ha messo a segno, sotto la Nord, il suo favoloso secondo gol.
E adesso un quesito si impone: con questo stato di forma come lasciarlo fuori nella notte di domenica del “Maradona”? Dopo tante preoccupazioni per le assenze forse sarà dolce il dilemma di Baroni…