di Genziana LILLERI AFICETTI
Le elezioni per il nuovo presidente della FIGC, fissate per il 3 febbraio 2025, sono al centro di intensi dibattiti politici. Gabriele Gravina, attuale presidente, punta a un terzo mandato con il supporto dell’82% dei votanti, tra cui la maggioranza della Serie A, Serie B, Lega Pro e associazioni di calciatori e allenatori. Possibili sfidanti includono Luigi Abete e Alessandro Del Piero, sostenuto da Lotito come figura super partes. Cruciale sarà anche l’elezione del presidente della Lega Serie A il 9 dicembre.
La corsa alla presidenza della FIGC è entrata in una fase cruciale, con una netta divisione all’interno della Serie A che potrebbe influenzare profondamente gli equilibri. Gravina sembra poter contare sul sostegno di diversi club, tra cui Atalanta, Bologna, Cagliari, Como, Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Milan, Monza, Parma, Roma, Torino, Udinese e Venezia, che si sono detti pronti a votare Ezio Maria Simonelli alla guida della Lega Serie A. Dall’altro lato si schierano Empoli, Lazio, Lecce, Napoli e Verona, contrari a Simonelli e, di riflesso, più critici nei confronti dell’attuale presidente federale.
Questa spaccatura ha due implicazioni chiave. Da un lato, condiziona la scelta del presidente FIGC, poiché la Serie A non solo partecipa al voto, ma ha anche la facoltà di proporre candidature. Dall’altro, influisce sulle imminenti elezioni dei vertici della stessa Lega Serie A, previste per lunedì 9 dicembre, quando saranno scelti presidente, amministratore delegato e consiglio di Lega. Le due votazioni sono strettamente collegate e potrebbero influenzarsi a vicenda.
Gravina, forte del sostegno della Serie B, Lega Pro, calciatori, allenatori e gran parte della Serie A, sembra al momento favorito, nonostante l’opposizione della Lega Dilettanti, che potrebbe avanzare la candidatura di Luigi Abete qualora le inchieste penali a carico di Gravina portassero a sviluppi inattesi prima del 3 febbraio. Inoltre, un eventuale sfidante deve necessariamente essere sostenuto da una delle sei componenti votanti. In questo contesto emerge il nome di Alessandro Del Piero, un profilo super partes che potrebbe scombinare gli equilibri.
La candidatura di Del Piero, tuttavia, dipenderebbe dalla Serie A, dove Gravina gode ancora della maggioranza, anche se la categoria è nota per repentini cambi di posizioni. Non è un caso che Claudio Lotito, presidente della Lazio, da mesi sostenga che il prossimo leader della FIGC debba essere un ex calciatore.
Del Piero, pur privo di esperienza manageriale, gode di grande stima tra gli sportivi e potrebbe creare difficoltà a molti club nel prendere posizione contro una figura simbolo del calcio italiano. La Juventus, in particolare, potrebbe trovarsi in una situazione delicata, ma anche altri club avrebbero difficoltà a schierarsi apertamente contro un’icona nazionale.
Nelle sue recenti dichiarazioni, Del Piero ha sottolineato l’importanza di un progetto condiviso e di uno spirito di squadra, senza escludere completamente la possibilità di candidarsi: «Non si può lavorare contro qualcuno, soprattutto per la FIGC. Ho dato tutto per la Nazionale e ho vinto un Mondiale. Se si aprirà una discussione seria, sarò disponibile, ma ad oggi non c’è nulla di concreto.»
Una sua candidatura potrebbe rappresentare un punto di svolta, scardinando il fronte pro-Gravina e rimescolando le carte nella corsa alla presidenza federale.