di Giorgio BICOCCHI
Il Parma ha battuto il Milan, pareggiato con Juve e Fiorentina, perso beffardamente al San Paolo (al novantesimo vinceva). Soprattutto ha pareggiato 6 gare su 13: segno che sa annacquare brillantemente le manovre avversarie. Un po’ perché possiede giocatore bravi (uno di questi, Bernabe’, sarà però assente contro di noi), un po’ perché il tecnico Pecchia fa parte di quegli allenatori bravi, sapienti ma che finora in carriera non hanno riscosso grande fortuna.
Sommate il tutto, aggiungete i nostri acciacchi e qualche assenza pesante. Avrete il quadro di una trasferta da prendere assolutamente con le molle. Il Parma sa esaltarsi di rimessa (occhio a Man che Tare voleva portare a Formello anni fa), con le sgroppate del rumeno e di Cancellieri e gli assalti muscolari di Bonny. Ci sarà bisogno, insomma, di una Lazio attenta dalla cintola in giù, stretta in copertura. E le ultime tre gare in cui non abbiamo incassato gol, in questo senso, confortano… La chiave sara’ sprintare sulle fasce: importante, in questo contesto, il buon stato di forma di Zaccagni che, come a Monza, potrebbe rivelarsi decisivo. Quella del “Tardini”, insomma, sarà gara scorbutica, ricca di insidie ma che – alla luce dei successivi, durissimi impegni – dovremo essere capaci di schivare. E per “schivare” contempliamo anche il pareggio, risultato sconosciuto per la Lazio da trasferta di questa stagione.
Una grande contributo lo daranno gli appassionati biancazzurri che – in quasi 5000 – affolleranno il “Tardini”. E il ricordo, allora, non può che andare all’inverno del 2020 quando, inseguendo un sogno, ci imponemmo di misura con un gol di Caicedo sorretto da una muraglia biancazzurra.