Luca Pellegrini, terzino sinistro della Lazio, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del quotidiano Il Tempo per parlare di un inizio di stagione che l’ha visto di nuovo protagonista in maglia biancazzurra. Eccone alcuni estratti:




«Stiamo lavorando bene, così come abbiamo fatto in ritiro. C’è un percorso che non si ferma a quel mese. La cosa che ci dà questa forza è un pò di entusiasmo. Dobbiamo essere bravi a non oltrepassare la linea che divide entusiasmo e presunzione. Finora è stato un campionato bello, sei squadre in due punti. La Serie A è molto competitiva, secondo me è seconda solo alla Premier League, anche se non ci ho mai giocato. Il calcio si sta modernizzando, anche una squadra cosiddetta piccola non ti regala niente, anzi prova anche a farla e ti mette in difficoltà».

«Il mister è stato bravo, è una persona molto intelligente e molto empatia. Ha tutte le qualità per fare bene con una squadra come la nostra, ha toccato i punti giusti, si è creato subito il feeling. Noi come gruppo siamo sempre stati coesi e forti, sotto tanti punti di vista il mister però ci ha dato una mano. Nei punti ciechi ci ha fatto vedere la luce. Sarri mi ha insegnato tanto, però ora la squadra è cambiata drasticamente. Lo si vede anche dai risultati. Non è più possibile che lo stesso giocatore faccia tre partite da 90 minuti in una settimana, o almeno non gli stessi undici, mantenendo la stessa intensità sia fisica che mentale»

«Quando hai davanti un giocatore come Tavares, che penso al momento sia il miglior terzino d’Europa per rendimento, e non parlo di statistiche. Non ha rivali. È normale che uno deve anche guardare il dato oggettivo e mettersi nei panni dell’allenatore. Quello che posso fare io è rimanere concentrato su di me, allenarmi al massimo e farmi trovare sempre pronto quando vengo chiamato in causa».

«Il derby l’ho vissuto sia da una parte che dall’altra e l’ho vissuto ancora prima quando nemmeno giocavo. Senza voler togliere nulla all’altra parte, viverlo con questa maglia è totalmente un’altra cosa a livello emotivo. Prima e durante c’è questa aria di tensione, poi scarichi tutta l’adrenalina che si era accumulata durante la settimana. Io vado controcorrente e dico di non caricare troppo i giovani e di viverla con un po’ più di leggerezza, anche per il gruppo che siamo adesso. Fino a questo momento è stata questa la nostra forza. Poi il mister sarà ancor più bravo di me a prepararla».






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