di Giorgio BICOCCHI

Vietato guardare la classifica del Monza e strizzare l’occhio. Perché i biancorossi di Nesta hanno pareggiato a Firenze (ma era una gara già vinta…), bloccato l’Inter (idem come sopra), inaridito la Roma (altra divisione della posta…) e perso ingiustamente con il Milan. Insomma, al cospetto delle formazioni con alto tasso tecnico non sbanda ma accetta la sfida e sa proporsi.




Djuric (lo scorso maggio ci segno’ una beffarda doppietta…), Pessina, Mota e Maldini i giocatori da cui dovremo maggiormente guardarci. Djuric e’ quello che apre essenzialmente gli spazi per tutti: su di lui servirà un lavorone di Romagnoli e Gila, meglio se in anticipo.

E’ una classica gara-trappola, un mezzo “testacoda” in cui abbiamo oggettivamente tutto da perdere. Ed e’ forse per questo – fiutando l’imboscata – che Mister Baroni medita di rinforzare gli ormeggi, escludendo un centravanti e aggiungendo un centrocampista. Forse perché avremo comunque la possibilità di segnare, stando più coperti e più compatti. O forse il Mister ha intuito che la squadra è stanca, poco lucida? Potrebbe essere realevanche questa tesi. Sta di fatto che una Lazio in origine conservativa non implicherebbe una gara necessariamente di attesa (anche perché non è nelle nostre corde…). Servirà comunque una Lazio di ferro per uscire dal vecchio “Brianteo” con punti pesanti. Un po’ perché giocheremo l’ultima gara di un segmento stagionale pesante e zeppo di insidie, un po’ perché la squadra – in ogni gara – da’ tutto, senza mai risparmiarsi. Vero e’ che un eventuale blitz in Brianza ci regalerebbe una posizione di classifica spettacolare e che quasi tremila Laziali viaggeranno alla volta dell’U-Power. Ecco perché questa Lazio tutta cuore e tigna – plasmata da Baroni nell’estivo scetticismo generale – vorrebbe continuare a cavalcare i suoi sogni. Isolandosi – prima dell’ultima sosta del 2024 – tra le “grandi”…






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