di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)
“Da quanto non creavamo così tante occasioni da rete?”. E’ il commento-tipo che si ascolta uscendo dall’Olimpico, passando sotto la “palla” della Tribuna Tevere, i cui lavori sono finalmente terminati. E in effetti questa Lazio piace perché e’ capace di offrire calcio di offesa. Il problema forse sarà gestire questo – ancora precario equilibrio tra i reparti visto che abbondano i giocatori di attacco – in trasferta. Ecco, Firenze e Torino chiariranno che tipo di Campionato disputeremo. Intanto, a 7 punti, si sta bene. Pensate a chi invece e’ laggiù, nei bassifondi, al freddo e al buio…
Primo tempo
– “Aho, stavolta avemo segnato prima noi…”, ci scrive un amico un secondo dopo che Dia ha bucato sul primo palo Montipo’. Secondo gol per il franco-senegalese che realizza il vantaggio con un movimento da centravanti vero;
– Diffidare sempre della Lazio: un triangolo scolastico, da calcetto, porta al pareggio il danese, ex Rosenberg e Benfica, Tengstedt. Scarso equilibrio tra i reparti, poco filtro: ecco i nostri difetti. E altro gol incassato nei primi 10’, incredibile ma vero…;
– La squadra però non si affloscia. “Con Sarri se facevamo certi sonni…”, si commenta in Monte Mario, esagerando. Ma un filo di verità c’è: la Lazio spinge anche in virtù di un assetto super offensivo;
– Rovella, dai trenta metri, e prodezza di Montipo’;
– Una “rabona” del Taty anticipa il 2 a 1 realizzato dall’argentino su corner. Da quanto non segnavamo su angolo? Lo scorso anno mai…;
– Rovella si becca un “giallo” stupido. Imitato più tardi da Gila, molto in ritardo di condizione;
– Isaksen si spegne, a Dia e al Taty arrivano pochi palloni:
– “Daje Nuno, attacca…”, si grida al portoghese. Ma Tavares stavolta sprinta poco…;
– Il Verona e’ rimaneggiato ma resta sornione. Evidente che voglia portare la gara in bilico fino all’ultimo scorcio…;
– Quesito alla fine della frazione: Lazio coraggiosa, brillante in attacco. Ma fuori casa quanto sarà opportuno giocare con tanti interpreti offensivi?
Secondo tempo
– Iniziamo calciando diversi angoli. Ma non va a finire come sul corner del 2 a 1;
– Il Verona ci aspetta e riparte. Noi produciamo azioni. Tavares comincia ad arare la fascia sotto la Tevere. “Questo se lo vedi arriva’ te scansi”, il commento graffiante della Monte Mario;
– Doppio miracolo di Montipo’ su Dia (che bravo…) e Tavares;
– Meriteremmo il terzo gol e, con esso, di chiudere la sfida;
– Si fa male il Taty (speriamo che in un pochi giorni si rimetta…) e Baroni lancia Castrovilli. Che subito – con un esterno di fino – dimostra che la classe non è acqua;
– In Nord spunta uno striscione: “Laziali e veronesi, amici…barbieri”, visto che si gioca di lunedì quando i parrucchieri sono chiusi. Goliardia del Monday Night;
– Sapete come sono queste partite che restano in bilico? Maledettamente infide. Lazzari, a corpo morto, si immola ed evita il 2 a 2. Poi Dia – eccessivamente altruista – offre a Zack la palla del 3 a 1. Ma la palla sfiora il palo;
– Il finale e’ arroventato ma sale in cattedra Guendouzi che strappa palloni e guadagna punizioni;
– La Lazio vince e timbra quota 7 già pensando al triplo viaggio a Firenze, Amburgo e Torino. Mentre tutti vanno negli spogliatoi, Noslin si ferma sotto il settore gialloblù ricordando i sei mesi trascorsi in Veneto. E’ anche una Lazio molto romantica…