di Giorgio BICOCCHI 

La Lazio torna a vincere e lo fa pure in rimonta: una vera novità. Successo legittimo alla luce soprattutto della mole di occasioni fallite nella ripresa. Martusciello indovina i cambi e Castellanos rovina i piani di Di Francesco, ormai in bilico. Siamo usciti dal buco nero? Presto per dirlo. La squadra ha denotato sintomi di ripresa in alcuni interpreti (tipo Kamada e Taty) ma pure i soliti black-out. Intanto godiamoci i ritrovati tre punti. “Prima de na’ sosta e’ sempre mejo vince”, chiosa un amico. Parole sante visto il clima che si respirava in città prima del mini-viaggio in Ciociaria…

Primo tempo

– L’inizio e’ shock, come spesso accaduto in questa stagione sciagurata. Il Frosinone scende da tutte le parti. E Cheddira inizia a mangiarsi gol…

– Noi sembriamo svuotati. E commettiamo errori di posizionamento. Arrivando sempre tardi sul pallone;

– Dai e dai il gol arriva. Lo sigla Lirola, di testa, rigorosamente indisturbato;

– Il settore ospiti ammutolisce. Come la parte di tribuna stampa che ci ospita. Ma d’altronde troppo alto il ritmo impresso dal Frosinone. E la Lazio, lo sapete, compassata come e’, i ritmi alti li soffre da agosto…;

– Non c’è reazione. Solo Guendouzi lotta, corre, sgomita;

– Marusic combina un’altra frittata (ma quante sono quest’anno? Abbiamo perso il conto…) ma Cheddira arriva tardi;

– Mandas, chiederete. Li vede arrivare da ogni zolla di campo…;

– “Ma il cambio di allenatore a cosa e’ servito?”, ci scrive un amico. In effetti non si vede nulla di nuovo. Stessa Lazio, stessi disagi…;

– Poi, all’improvviso, arriva il pari. E’ sempre Guendouzi a scodellare in area. E stavolta Zaccagni arriva e segna pure un gol mica facile;

– Da questo momento Lazio più convinta. Immobile impegna Turati. Poi incespica su un assist al bacio di Zaccagni. “Sveja, Ciro”, urlano dalla tribuna. Ma perlomeno ci siamo destati, cavolo…;

– La frazione finisce così. Con il Frosinone che recrimina (poteva stare avanti anche di due gol alla mezz’ora) e con la Lazio che si rimette in sella ad una gara in salita…;

Secondo tempo

– Partiamo convinti, finalmente. Prima Ciro, poi lo sgusciante Zaccagni. Lazio con furore;

– Poi arriva il momento, anzi il doppio momento, del Taty. Martusciello lo manda in campo al posto di Immobile e lui si scatena. Prima segna di testa, in modo imperioso. Poi ribadisce in rete dopo un palo;

– Taty che vede rosso contro i ciociari se è vero che già all’andata aveva segnato un gol;

– Lazio padrona ora del gioco. Anche perché prima dei due gol ravvicinati avevamo sfiorato il gol con Taty, ancora lui, e Luis Alberto;

– Il Frosinone paga dazio: partito forte, si è poi progressivamente arenato;

– Provedel, in tribuna con le stampelle, fa un cenno di assenso alla panchina. Bel segno di attaccamento di Ivan che ha voluto seguite la squadra in trasferta;

– Aho, io aspetto a di’ che semo guariti”, scrive saggiamente un amico. Giusto, anche perché il Frosinone ha la difesa più bucata della A;

– Sembriamo in controllo ma poi arriva la doccia fredda quando Cheddira si sblocca e infila Mandas;

– Fragile psicologicamente la squadra accusa il colpo. Mandas sbaglia un rinvio, Cheddira segna ma per fortuna è fuorigioco;

– “E te pareva che finiva senza stress…”, si commenta amaramente. Ma la Lazio e’ questa…;

– La partita – che era in nostro pugno – si riapre perché i gialloblù ci assaltano. Lasciano pure spazi ma sembriamo aver perso lo smalto di inizio ripresa;

– Un prodigio di Turati però toglie a Luis Alberto il quarto gol. Poi pure Vecino sfiora il palo. Siamo di nuovo dentro la gara? Pare ma ti fidi della Lazio?;

– Si rivede Kamada (vispo…) mentre Lazzari si mangia, di rimessa, l’ennesimo gol della sua carriera laziale;

– Otto minuti di recupero: praticamente mezzo tempo supplementare. Taty si mangia due gol ma torniamo a vincere. “E mo’ datece la Juve”, dice un tifoso sfollando. Vedete che vuol dire vincere?

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