di Fabio BELLI
Prima di far parte del “team pianto preventivo” (che in fondo vale anche un po’ per la scaramanzia…) speravamo di arrivare almeno in autunno, invece il calendario della nuova Serie A offre alla Lazio, da seconda in classifica nell’ultimo torneo, una razione precoce del trattamento-Gravina. Gli arbitri si affannano a chiedere ordine ma anche a dire che la Roma è amica, tanto per capire che aria tira: a cosa serviva tale precisazione, in un incontro in cui si chiedeva semplicemente più disciplina, facendo riferimento ANCHE ai più indisciplinati in assoluto?
Ma se i più distratti non si fossero accorti di questo segnale, ecco che il calendario presenta una demenziale partenza: tre trasferte su quattro in avvio di campionato, nemmeno ci fossero gli imbianchini a ripitturare tutto l’Olimpico (certo che non ci sono, altri ne giocheranno tre su quattro in casa, di conseguenza…) e addirittura una doppietta Napoli-Juventus in trasferta, che batte addirittura l’inarrivabile inizio del 2018/19 con Napoli in casa e Juventus fuori nelle prime due giornate.
D’altronde a inizio stagione si stilano gli obiettivi e quelli del nostro disastrato calcio, che nel chiacchiericcio del calciomercato sta portando avanti una drammatica trattativa al ribasso sui diritti tv (con la Serie A che rischia ormai di valere meno della Ligue 1 salvo soluzioni dell’ultim’ora), non possono prescindere da alcuni capisaldi. Far tornare a galla società indebitatissime ma rimaste fuori dalla Champions League contro tutti i pronostici lo scorso anno, con la quinta e la sesta delle griglie di partenza degli esperti arrivate invece prima e seconda. E provare a togliersi dalle scatole antipaticissime realtà che offuscano la propaganda di chi felicemente ci tiene a far passare in primissimo piano tornei di terzo livello o ad organizzare voli Charter tragicomici, roba che neanche in Corea del Nord.
Alla Lazio il compito di stupire tutto e tutti per l’ennesima volta: servirà il mercato che i tifosi meritano, servirà uno stadio pieno che la squadra merita, ma è innegabile che una realtà come quella laziale, al momento, faccia trasudare fastidio a chi avrebbe voluto la festa di Lazio-Cremonese traslata su altre realtà. Sarà per il prossimo Charter.