di Claudio CHIARINI

La Lazio volta pagina. Ieri, nelle segrete stanze del centro sportivo di Formello, si è tenuto il tanto atteso vertice di mercato che ha coinvolto il generale Claudio Lotito, il comandante Maurizio Sarri e i luogotenenti Angelo Fabiani e Armando Calveri.

In questo incontro sono state gettate le fondamenta della nuova Lazio che, finalmente, sarà al 100% la Lazio di Sarri. Sul piatto non ci sono soltanto gli 80 e passa milioni all’incasso grazie al secondo posto che ha permesso la qualificazione in Champions League e alla finale a quattro di Supercoppa italiana, ma anche i miliardi che entreranno dai diversi giocatori in prestito, come Escalante, Raul Moro, Kamenovic, Jony, e i giocatori in esubero, come Basic, Maximiano, Marcos Antonio, Cancellieri e Fares.

L’occasione per allestire una rosa che possa essere competitiva su tutti i fronti è ghiotta, anche alla luce di quello che combineranno le principali rivali dei biancazzurri. Il Napoli Campione d’Italia, naturalmente, che però perderà alcuni pezzi pregiati, di sicuro Kim, forse anche Zielinski e Osimenh, e sarà affidato ad un nuovo tecnico dopo l’addio di Spalletti; l’Inter di Simone Inzaghi, attesa da una storica finale di Champions e che, vada come vada, sicuramente partirà con i favori del pronostico per aggiudicarsi il prossimo tricolore. Il Milan di Pioli, che però ha perso un pilastro come Paolo Maldini e dovrà ricostruirsi sulle nuove basi della filosofia a stelle e strisce propugnata dalla proprietà americana del club rossonero; la Juventus che, scontata la penalizzazione, ripartirà inevitabilmente da Allegri e dai migliori giovani del proprio vivaio, con un progetto tuttavia ridimensionato rispetto agli sfarzi e agli investimenti dei tempi di Ronaldo. Ci saranno poi le inevitabili outsiders e le sorprese, come l’Atalanta del confermato Gasperini, La Roma di Mou, la Fiorentina di Italiano, il Monza delle vecchie volpi Berlusconi e Galliani o chissà quale altra novità, che cercheranno in tutti i modi di inserirsi nella lotta per i magnifici 4 posti.

Infine, ma non meno importante, continuerà ad esserci il pesante fattore arbitraggi che detterà l’andazzo di aiuti, aiutini e killeraggi che da sempre caratterizzano le direzioni di gara della maggior parte degli influenzabili fischietti italiani. Il prossimo è un campionato che si prospetta sicuramente più combattuto di quello appena conclusosi con il dominio partenopeo e al termine del quale ci si può ben auspicare la quinta vincente diversa in cinque anni.

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