di Claudio CHIARINI

“Io resto qui!”. Dopo la cocente sconfitta subita dal Siviglia nella finale di Europa League, Mourinho sbandiera ai quattro venti la propria volontà di continuare l’avventura in giallorosso. Non avevo dubbi al riguardo, per una serie di fattori.




Il primo è che, dopo due anni oggettivamente deludenti, non solo per i risultati (due sesti posti in campionato, tre derby persi su quattro e la sola vittoria della coppetta Conference League), ma anche per il non gioco espresso dalla squadra giallorossa, l’appeal del tecnico portoghese è decisamente scemato, anche a confronto del bel gioco generalmente espresso dalle squadre vincenti e ben piazzate di Premier League, LaLiga e Serie A. Difficile che qualche big europea individui nello strapagato tecnico portoghese il personaggio a cui affidarsi per aprire un ciclo vincente.

Il secondo e più banale motivo è che il Mou ha ancora un anno di contratto ben pagato e, ovviamente, in mancanza di alternative, se ne guarda bene dal rassegnare le dimissioni.
Il terzo, ma decisivo fattore è rappresentato dall’incommensurabile amore della tifoseria romanista per lo Specialone. Amore che, malgrado gli scarsi risultati ottenuti sul campo, non solo non appassisce, ma addirittura si rafforza! Al punto che a nessun altro tecnico nella storia della seconda squadra della Capitale, neppure a Liedholm e Capello, sono stati tributati omaggi e striscioni come quelli dedicati al portoghese.

Quest’ultimo aspetto si spiega facilmente se solo si considera quali siano le migliori doti di Mourinho: scaltrezza, opportunismo, faccia tosta e una spiccata capacità di sviare le responsabilità, di puntare sempre il dito verso qualcosa o qualcuno pur di evitare l’autocritica. Un po’ lo sport storicamente di moda tra gli “igli della lypa”, da “er gò de Turone era bbono” ai vari “gombloddi” orditi nei loro confronti. Considerato poi che, non raramente e soprattutto in maniera opportuna, anche grazie alla pressione mediatica che spinge costantemente e prepotentemente a favore dei giallorossi, il “rigore paa riomma” quando serve arriva a togliere le castagne più bollenti dal fuoco, come non amare un tecnico così simile, nell’indole e nelle caratteristiche, a loro stessi?

Questa alchimia è stata ben compresa dai Friedkin, ai quali non pare vero di avere tra le mani uno specchietto per le allodole del calibro del Mou. Non stupisce dunque che si parli addirittura di un prolungamento del contratto fino al 2026. E lo stesso Mou non volterà certo le spalle ad una proprietà che nel 2021, quando nessuno lo voleva più, gli ha offerto un lauto contratto da 7 milioni netti per 3 anni e che adesso è persino disposta a prolungare il rapporto. Ecco allora che alla Roma si andrà avanti così, con buona pace e soddisfazione di tutti… compresi i tifosi laziali.






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