di Claudio CHIARINI
Le strade finalmente si separano: Igli Tare non è più il direttore sportivo della Lazio ed è il tempo di stilare un bilancio complessivo sull’operato di colui che negli ultimi 15 anni è stato il factotum del calciomercato biancazzurro.
Del diesse albanese si ricordano sempre i grossi colpi di mercato, che è riuscito a piazzare soprattutto nei primi 10 anni. Tuttavia i numeri complessivi dicono che, con il passare del tempo, l’intuito di Tare ha perso quasi tutta la sua efficacia.
Per effettuare il bilancio in questione ho stilato delle classificazioni secondo un criterio ben preciso.
Per prima cosa ho diviso i 118 giocatori acquistati da Tare in 7 categorie: SUPER COLPO, OTTIMO COLPO, BUON COLPO, DELUSIONE, INUTILE, SOLA CLAMOROSA, BIDONE DEVASTANTE.
Per inserire i giocatori acquistati in una di queste categorie ho adottato un semplice e logico criterio: il rapporto qualità prezzo, ossia il rendimento del calciatore in rapporto al prezzo pagato per acquisirlo, anche in relazione alla sua età al momento dell’acquisto.
Alcuni giocatori non sono stati facili da catalogare. Prendiamo ad esempio Mauro Zarate, pagato complessivamente quasi 24 milioni e autore di uno score di 126 presenze 34 gol e 26 assist in maglia biancazzurra, e paragoniamolo ad altri 3 attaccanti: Sergio Floccari, pagato circa 10 milioni con uno score di 106 – 31 – 10, Libor Kozak (80 – 22 – 8), pagato appena 1.2 milioni, e Felipe Caicedo (139 – 33 – 15), costo 2.5 milioni. Se avessi dovuto tener conto solo dei numeri, avrei catalogato Zarate tra le “sole clamorose”, e Floccari, Kozak, Caicedo tra i buoni acquisti. Tuttavia ho voluto tener conto della potente spinta che all’epoca i tifosi laziali operarono nei confronti del presidente Claudio Lotito in favore dell’acquisto di Zarate e pertanto, considerato il fattore ambientale, ho “promosso” l’attaccante argentino tra le “delusioni”. Una cocente delusione. Diverso il caso di Vedat Muriqui che, pagato ben 19.92 milioni, con uno score di 49 -2 -2 non può essere catalogato che tra i “bidoni devastanti”.
Leggendo la tabella riepilogativa, la cosa che balza di più agli occhi è la buona predisposizione di Tare che, nei suoi primi 4 anni di attività da diesse (dal 2008 al 2011), sulle 29 operazioni di mercato concluse in entrata azzecca diversi buoni e ottimi acquisti e addirittura 6 super colpi. Vale la pena elencarli: Lichtsteiner e Radu nel 2008, Hernanes nel 2010, Lulic, Klose e Candreva nel 2011. Da notare anche l’assenza di “bidoni devastanti” e le poche “sole clamorose” (4) presenti in questo quadriennio. Pochi anche i giocatori catalogati come “inutili” (5) o “deludenti” (4). (Vedi le tabelle in calce all’articolo).
Le cose, purtroppo, peggiorano nel quinto anno di Tare, il 2012, quando la Lazio praticamente non fa mercato in entrata: solo 4 acquisti, di cui 2 deludenti e 2 inutili. Il diesse si rifà, ma solo in piccola parte, nel 2013 portando in biancazzurro Biglia e Felipe Anderson, ma anche una sfilza di giocatori “inutili”, pur se a costo zero, e la “delusione” Perea, spacciato addirittura dal diesse come “il nuovo Cavani”.
Il 2014 è un altro mercato interlocutorio: arrivano Parolo, De Vrij e Dusan Basta, ma anche 4 giocatori “inutili” o “deludenti”. Il 2015 è l’anno dell’arrivo del Sergente Milinkovic-Savic che nobilita un mercato altrimenti assai scarso. Meglio il 2016 quando approda in biancazzurro Re Ciro Immobile assieme a colui che, negli anni, diventerà uno dei suoi migliori assist man: Luis Alberto. Idem nel 2017, con l’arrivo del solo top player Lucas Leiva. Per il resto, però, in queste 3 stagioni, tra il 2015 e il 2017, Tare effettua anche pletore di acquisti “inutili” e “deludenti”: ben 14, oltre al suo primo “bidone devastante”, Wallace, pagato ben 8 milioni, a fronte di soli altri 5 “buoni colpi” (Patric, Matri, Luiz Felipe, Marusic, Caicedo), oltre i 4 super acquisti già citati.
I tre anni successivi, 2018, 2019 e 2020, sono forse i peggiori in assoluto della gestione Tare, che inizia a buttare soldi, tanti soldi, per comprare quelle che si sono rivelate delle “sole clamorose” quando non proprio dei veri e propri “bidoni devastanti”, sia per le casse societarie, sia sul campo, che in realtà non hanno visto praticamente mai.
Iniziamo la sfilata. Anno 2018: Valon Berisha (7.6 mln), Riza Durmisi (7.5 mln), Mattia Sprocati (3.25 mln alla Salernitana), Tiago Casasola (3.08 mln alla Salernitana); anno 2019 Denis Vavro (10.5 mln), Patryk Dziczek (2.15 mln alla Salernitana); 2020 Vedat Muriqi (19.92 mln), Jean-Daniel Akpa Akpro (12.7 mln alla Salernitana), Emanuele Cicerelli (2.54 mln alla Salernitana). Casi a parte quelli di Pedro Neto (18.5 mln tra prestito e riscatto), Bruno Jordão (9.3 mln tra prestito e riscatto), acquistati attraverso il super procuratore Mendes e rivenduti due anni dopo dal duo Tare-Mendes al Wolverhampton rispettivamente per 17.9 milioni e 8.9 milioni.
Calcolatrice alla mano, in questi tre anni Tare è stato capace di sperperare quasi 70 milioni di euro, oltre i pesanti ingaggi percepiti da alcuni di questi calciatori. Inoltre dalle cessioni, per lo più in prestito, di tali giocatori praticamente mai utilizzati da Simone Inzaghi, Tare è riuscito a recuperare, forse, il 15-20% dei soldi spesi per comprarli. La cosa che fa storcere il naso è che oltre 42 milioni di euro dei 66.7 sono andati alla Salernitana, di proprietà dello stesso Lotito, il quale poi, una volta che i campani sono approdati in Serie A, è stato costretto a svendere la società granata per appena 10 milioni di euro a Iervolino.
Tornando al mercato in entrata di queste tre annate, gli unici buoni acquisti effettuati da Tare sono stati: Acerbi, Correa (2018) e Lazzari (2019). Tutti e tre però richiesti esplicitamente da Mister Inzaghi. Per il resto le intuizioni di Tare si sono tradotte, oltre che nei 10 “bidoni devastanti” sopra elencati, in altri 14 giocatori “inutili” o “deludenti”.
Nelle ultime due stagioni, con l’arrivo di Maurizio Sarri, abbiamo assistito ad un vero e proprio conflitto di idee calcistiche: il diesse che ha deciso di andare avanti per la sua strada fatta per lo più di scommesse, alla fine quasi tutte perse; il Mister desideroso di avere in rosa giocatori adatti alla propria idea di calcio. Com’è andata a finire lo abbiamo visto tutti: Basic (6.86 mln), Kamenovic (2.5 mln), Cabral e Romero, le 4 scommesse del 2021; Cancellieri (7.96 mln), Maximiano (10.6 mln) due delle scommesse del 2022, sono state tutte più o meno perse da Tare, con i soli Marcos Antonio (7.5 mln) e Gila (6 mln) che hanno ottenuto un certo riscontro positivo da parte del tecnico: in totale un altro gran quantitativo di milioni mal spesi dal diesse. Al contrario Pedro, Felipe Anderson, Zaccagni e Hysaj (arrivati nel 2021), Romagnoli, Provedel, Casale, Vecino e Pellegrini (arrivati nel 2022), cioè tutti i giocatori richiesti o avallati da Sarri, hanno trascinato, assieme alla vecchia guardia, la Lazio in Champions League da seconda in classifica: un vero e proprio miracolo calcistico targato Maurizio Sarri.
Chiudiamo con le cifre riepilogative. Su 118 acquisti effettuati da Tare ci sono:
19 “SUPER COLPI” di cui 5 riguardano giocatori espressamente voluti da Sarri.
9 “OTTIMI COLPI” di cui ben 6 riguardano giocatori espressamente voluti da Sarri (4) e Inzaghi (2).
21 “BUONI COLPI” tutti messi a segno da Tare.
22 “DELUSIONI” di cui solo una, Fares, imputabile a Inzaghi.
30 giocatori “INUTILI”, tutti scovati da Tare.
12 “SOLE CLAMOROSE” imputabili da Tare.
5 “BIDONI DEVASTATI” di cui è responsabile Tare.
In sintesi sono stati 49 i colpi complessivamente positivi messi a segno dal diesse, di cui però 11 suggeriti o espressamente voliti da Sarri e Inzaghi, contro i 69 acquisti complessivamente negativi scelti (tranne uno) e chiusi da Tare.
In conclusione, se dovessi assegnare un voto all’operato del direttore sportivo della Lazio in questi 15 anni, gli darei un 5, ma solo volendo essere generoso.
CLICCA QUI PER L’ELENCO COMPLETO DEGLI ACQUISTI E LE VALUTAZIONI DEI 15 ANNI DELLA GESTIONE TARE