L’edizione odierna del quotidiano Il Messaggero riporta le dichiarazioni dell’ormai ex direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, che ha annunciato l’addio al club dopo 18 anni di militanza prima da calciatore e poi da dirigente:




Non devo rimanere a tutti i costi, nonostante un legame enorme con questo club che ho dimostrato con i fatti, rifiutando negli anni Milan, Napoli ed Eintracht. Avrei guadagnato dieci volte di più, da tempo sarei potuto andare altrove, ma io vado avanti in base ai rapporti e sono sempre rimasto per la grande riconoscenza che avevo per un presidente che mi ha dato fiducia in un certo momento. Gli sono sempre rimasto fedele, ma ora devo fare il professionista, non ho intenzione di sbattere la testa contro un muro“.

«Io ho portato Sarri alla Lazio e l’ho supportato per il rinnovo sino al 2025 quando lui mi ha confessato dopo 4 mesi di essersi innamorato della Lazio. Mi aveva chiesto aiuto per fare un progetto, poi non so cosa sia successo. Noi non abbiamo mai litigato. Quando Sarri è arrivato ha fatto alla squadra il discorso migliore che avessi mai sentito nella mia carriera alla Lazio: “Entro 2-3 anni dobbiamo essere fra le top 3 squadre in Italia ed entro altri 3 fra le migliori 5 in Europa”. Era un po’ esagerato ma io gli ho stretto la mano e gli ho detto finalmente abbiamo un tecnico che dice le cose in questo modo. Perché se un gruppo può dare 7, un allenatore top deve pretendere 10 e, se ottiene 9, ha fatto bingo. Io sono intervenuto, quando eravamo in alto in classifica e lui voleva farlo passare per un miracolo. Ho parlato di secondo posto non per fargli pressione, ma perché è chiaro che avevamo l’obbligo sino alla fine di lottare per avere 18 milioni in più a bilancio. Io facevo gli interessi della società, nient’altro“.

Ogni giocatore è stato concordato con Sarri. Sosteneva che Cancellieri sarebbe diventato un crac e poi non lo ha fatto giocare, quindi non ha fatto parlare il campo. Mai detto che era propedeutico a Ilic, che sarebbe entrato solo se usciva Luis Alberto, su cui il Siviglia si è tirato all’ultimo indietro. Maximiano è stato scelto da Grigioni, che ha dato l’ok a Lotito dopo un report che gli avevo consegnato, io stavo trattando Vicario. L’allenatore aveva dato l’ok a Gila e Romagnoli, poi Lotito ha deciso di prendere anche Casale per farlo contento. Il primo anno dovevano arrivare 6 giocatori e ne sono arrivati 7-8, il secondo 5 e ne sono arrivati di più, in totale 16 in un biennio. Dovevamo svecchiare la rosa, ottenere i risultati sportivi e io ho piazzato 14 giocatori in uscita a gennaio“.






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