di Alessandro DE CAROLIS 

Ecco la lista dei convocati per le fasi finali della Nations League che l’Italia dovrà affrontare a partire dal prossimo 15 giugno. Scelte folli e apparentemente senza senso logico per il CT Roberto Mancini. A Coverciano il tanto ambito posto fisso è ormai consolidato per i fedelissimi del CT, alla faccia della meritocrazia e dei risultati ottenuti sul campo.




  • PORTIERI: Donnarumma (PSG), Meret (Napoli), Vicario (Empoli).
  • DIFENSORI: Bonucci (Juventus), Di Lorenzo (Napoli), Acerbi (Inter), Darmian (Inter), Bastoni (Inter), Dimarco (Inter), Spinazzola (Roma), Toloi (Atalanta).
  • CENTROCAMPISTI: Cristante (Roma), Frattesi (Sassuolo), Jorginho (Arsenal), Barella (Inter), Lorenzo Pellegrini (Roma), Verratti (PSG), Zaniolo (Galatasaray).
  • ATTACCANTI: Chiesa (Juventus), Gnonto (Leeds), Immobile (Lazio), Raspadori (Napoli), Retegui (Tigre).

Come si fa a lasciare fuori gente come Provedel, Romagnoli, Casale e Zaccagni, volendo limitarsi a considerare solo l’ambito Lazio? Facile, o sei un discepolo/seguace di Mancini oppure tutto quello che farai in campo non conterà.

La Lazio è arrivata 2° in campionato, ha la seconda migliore difesa, record eguagliato di clean sheet (21)…  eppure pare non ci sia spazio per il blocco Lazio qui sopra citato. Provedel, eletto miglior portiere del campionato dalla Lega Serie A, è il caso piú assurdo visto che questo premio smentisce le scelte fatte dal ct.

In difesa viene chiamato un giocatore che ha annunciato il suo ritiro e che quest’anno ha giocato col contagocce e per giunta male tanto da diventare una riserva (Bonucci). Acerbi e Toloi (70 anni in due) lasciano a casa i migliori difensori del campionato come Romagnoli, Casale e anche Baschirotto del Lecce.

A centrocampo prevale ancora l’usato “sicuro” di Verratti (criticato e contestato al PSG) e Jorginho (panchinaro fisso all’Arsenal) quando ci sono profili come Locatelli. Portare Zaniolo, che non fa il titolare nemmeno in un campionato mediocre come quello turco, è una scelta sentimentale alla Balotelli.

In attacco il grande rumore viene generato dall’assenza in primis di Zaccagni, con il quale il CT sembra ancora avere un conto personale aperto. Specie se viene chiamato uno come Gnonto che ha fatto panchina in un Leeds retrocesso.

La seconda e consecutiva mancata qualificazione ai Mondiali non ha cambiato le cose. Adesso si capisce che il problema e le colpe non sono dei club che comprano all’estero senza valorizzare i settori giovanili. La colpa è del “posto fisso”, delle scelte dettate dall’amicizia con alcuni giocatori, ma soprattutto dalla riconoscenza che da sempre ha condizionato l’Italia.






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