di Giorgio BICOCCHI

Al “Picco” sarà un altro test per valutare il grado di maturità raggiunto dalla Lazio. Perché è facile avere la massima concentrazione contro Napoli, Roma e Juve – tanto per citare gli ultimi tre trionfi – ma poi fame e cattiveria agonistica mai dovrebbero mancare anche a La Spezia, al cospetto di una formazione quart’ultima in classifica, che vanta un non certo lusinghiero -20 nella differenza reti e che ha vinto solo 5 delle 29 gare complessive disputate.




Ecco, La Spezia sarà un altro mattone per soppesare la maturità di questo gruppo. Il campo del “Picco” è stretto, qui recentemente ha perso pure l’Inter (fallendo gol, peraltro, in quantità industriale…) ma ovvio che la Lazio ha tutte le carte in regola per conquistare altri tre punti. Che ci farebbero scavallare quota 60 facendoci certamente approcciare in maniera diversa alle due imminenti gare-imboscata contro Inter e Milan. Rendendo quel doppio, diabolico viaggio – collocato nel ristretto arco di 7 giorni – forse meno infido…

Le insidie ci saranno e non vanno sottaciute. Lo Spezia è squadra che gioca e, per fortuna, lascia anche giocare, quasi incapace di difendersi ad oltranza e con profitto. Ha una difesa vulnerabile, un portiere (Dragowski) che alterna – con disinvoltura – prodezze a omissioni, un centrocampo che corre e filtra, un esterno che crossa bene (Reca) e due attaccanti (N’Zola e Gyasi) che sanno attaccare la profondità, giocare di sponda e concludere. Senza contare l’eventuale apporto di Verde (che ci segna sempre—) e del giovane Maldini.

Insomma, un gruppo complessivo di buoni giocatori che forse non merita l’attuale classifica (solo quattro punti in più del Verona) e che, soprattutto con la gestione-Gotti, ha spesso smarrito sul filo di lana due o tre successi significativi.

Alla Lazio il compito di entrare in campo senza sbavature, concentrata sull’obiettivo. Basterà essere sé stessi per tornare a Roma con altri tre punti, alla vigilia della gara interna di sabato 22 contro il Toro? Forse si. Certo, sarebbe fondamentale – come spesso accade in questi “testacoda” – sbloccare subito la gara, orientarla a nostro favore, potendo poi giocare di rimessa al cospetto di una formazione che spesso aziona la difesa alta, dunque rendendola molto vulnerabile. Sarri ha parlato chiaro prima della partenza per le Cinque Terre: “sarà una gara molto dura”. Inconsciamente anche lui, forse, si aspetta dalla squadra – che ha faticosamente plasmato – un altro scatto verso la mini-perfezione.

Lo scorso maggio, su questo campo, subimmo tre reti (e potevano anche essere di più…) salvo poi sfangarla sul filo di lana. Ecco, sarebbe auspicabile non cestinare quel ricordo. Perché nell’attuale Serie A – nonostante qualche solone in tv straparli di torneo del decentramento europeo – si può facilmente deragliare contro le presunte “piccole”. E noi contro Samp, Lecce ed Empoli abbiamo oggettivamente già dato…






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