di Giorgio BICOCCHI

Se è vero che “vincere aiuta a vincere”, ecco bisognerebbe tornare dalla ventosa Alkmaar con in tasca l’accesso ai quarti di Conference. Sarebbe il modo migliore per proiettarsi al derby di domenica. Col morale alto e una bella autostima.




E guardate che questa eventuale piccola mezza impresa – alla luce dell’1 a 2 maturato sette giorni fa – cancellerebbe d’un sol colpo le terribili amnesie (e tonfi) patiti dalla Lazio nelle sfide europee dell’ultimo anno e mezzo.

Speranze di ribaltarla? Ce ne sono eccome… Tanto per cominciare il nuovo regolamento dei gol segnati in trasferta che non valgono più doppio ci tiene in vita, hai voglia… Bisognerà allora tenere in vita la gara. E una sfida che si dipani in equilibrio potrebbe disturbare parecchio l’AZ che ha fatto sfoggio di spocchia in questi giorni di vigilia.

Serviranno temperamento, concentrazione, lucidità sottoporta soprattutto perché – se dovessimo malauguratamente uscire – sarebbe colpa esclusiva della marea di gol che ci siamo mangiati all’Olimpico. Una Lazio sul pezzo, stretta e compatta, che si muova a testuggine in 40 metri, potrebbe inficiare l’entusiasmo olandese. Si sa d’altronde come sono le squadre dell’Eredivisie: ti aggrediscono ma se perdono gli equilibri e gli automatismi ti lasciano autostrade dove lanciarti a perdifiato. In questo contesto le accelerazioni di Zaccagni, Lazzari e Felipe potrebbero darci slanci improvvisi, auspicabilmente decisivi.

La squadra ha mal digerito la sconfitta interna con l’AZ. Ecco, non crediate allora che scenda in campo pensando al derby, andando consapevolmente incontro ad un precoce sfratto dalla Conference. C’è lo spirito giusto per provare a rimontare e conquistare i quarti. Finirà – prima o poi – questa Europa che regala solo fregature…






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