di Giorgio BICOCCHI

Ma cosa accade, da gennaio ad oggi, negli intervalli delle nostre partite? Facciamo il karaoke? Ci mangiamo un panino? Marusic intona ballate del caro Montenegro? Come accaduto contro Lecce e Fiorentina incassiamo un gol evitabile, rientriamo in campo con la testa per aria, ridando fiducia agli avversari. E così il “Bentegodi” partorisce, dopo cinque mesi, un pareggio esterno. Che ci proietta al quarto posto ma che è – come spesso accaduto negli ultimi tempi – foriero di rimpianti e di dibattiti.




Primo tempo

– Tameze, due falli nei primi 10 minuti: già si capisce che sarà una gara da spada e non da sciabola;

– Confezionato il canovaccio della gara: il Verona adotta spesso il lancio lungo verso Lasagna, coperto e compatto. Noi dobbiamo giocare sul ritmo;

– E proprio il ritmo ci manca. Troppo scolastici e poco “cattivi” nei sedici metri avversari;

– Prese le misure ecco il Verona. E qui Provedel salva, soprattutto su De Paoli;

– Zaccagni, forse emozionato dal ritorno al “Bentegodi”, non è la solita zanzara. E anche Pedro sembra annaspare. Ma sarà solo una sensazione, per fortuna;

– Ciro non è ancora tornato in piena forma. Altrimenti non si spiega il gol che si mangia tirando di sinistro…;

– Milinkovic ha uno che lo marcherebbe anche per strada, Tameze. Ma Sergej si rende utilissimo in acrobazia;

– Pedro, lanciato in porta, alza troppo. Quanti ne avevi segnati in carriera di gol così, Pedrito…;

– Ma i campioni sono animali strani. Soprattutto orgogliosi. E infatti Pedro, prima del gong della frazione, inventa un gol da urlo sotto la curva scaligera;

– Qualche allenatore dice sempre che subire gol prima della fine del primo tempo e’ una vera sciagura. Ecco, speriamo allora che il colpo subito infiacchisca il morale gialloblù. Ma la Lazio smentisce pure questo postulato

Secondo tempo

– E infatti l’inizio di ripresa e’ da film horror. Non ci capiamo nulla. Subiamo il pari (ma Provedel non doveva uscire?), rischiamo di andare pure sotto (palo gialloblù), soprattutto diamo la sensazione di essere deconcentrati. Come se la partita fosse gia vinta, noi tapini…;

– Dopo l’ora di gioco ci destiamo finalmente anche perché il Verona rifiata;

– Luis Alberto sbaglia angoli e spioventi. E pensare che altri – con i palloni aerei – ci costruiscono le fortune…;

– Pedro arriva tardi su un assist di Zaccagni. Milinkovic prende botte ma Ayroldi sorvola…;

– La cosa che sorprende e’ che Sarri usufruisca solo di due cambi. Come se non considerasse più gran parte della rosa…;

– Il Verona spinge, bracca, mena. Zaccagni incrocia male perché marcato stretto;

– Al minuto 96 proprio un tacco di Zac si infrange su Montipo’;

– Siamo quarti ma – come sempre – appena l’asticella delle aspettative scorre verso l’alto manchiamo l’attimo fuggente. E i punti persi con le pericolanti aumentano…






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