di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

Ne abbiamo viste di Lazio… Bene, contro la Juve potevamo anche giocare tre giorni di fila senza cavare un ragno dal buco. Spenti, spuntati, poco tenaci, scegliete voi l’aggettivo più consono. Fatto sta che Perin avrebbe potuto anche andare a cena (pure se a Torino i ristoranti chiudono presto…) senza neppure farsi la doccia… Purtroppo regaliamo un “golletto” (o “gollonzo”) senza avere poi in panchina chi, in attacco, possa realmente cambiare il corso delle cose.




Primo tempo

– Quindici minuti di nulla o quasi, salvo un destro largo di Zaccagni e una rasoiata di Kostic;

– Noi ruminiamo calcio d’attesa. La Juve, pur senza rendersi granché pericolosa, si fa preferire per qualche strappo;

– Fagioli ha la faccia da bravo ragazzo ma in campo scalcia: prima Cataldi e poi Romagnoli ne fanno le spese;

– Non arriva una palla per Ciro. Zaccagni e’ fronteggiato da Danilo e non si diverte. Felipe calcia da fuori ma non prende la porta;

– Sotto ritmo facciamo poca paura a Perin;

– La Juve non incanta sul piano del gioco ma ha tigna. Lotta su ogni palla. Su uno spiovente di Kostic ecco il paratrac di Maximiano. Sbaglia il tempo dell’uscita e Bremer sigla il facile vantaggio;

– Come nella gara di novembre – quando segno’ Kean su uscita kamikaze di Provedel – regaliamo un gol alla Juve;

– Finisce la frazione. Considerazioni: serve più voglia. Forse pure Milinkovic al posto di un impalpabile Vecino;

Secondo tempo

– Iniziamo tenendo palla. Ma sarà sempre esercizio sterile;

– Non c’è più Ciro, fuori forma, ma Pedro non inciderà;

– Il Mago si sbraccia ma pure lui inventa poco;

– La Juve vive di rendita sul gol di Bremer. Si difende con ordine anche perché noi non tiriamo mai…;

– Ci prova Marusic, seriamente. Ma e’ un tiro largo;

– Entra Kean, che già ci ha segnato due gol in Campionato;

– Noi facciamo entrare Milinkovic, annoiato anch’esso;

– Se non fossimo stati parti in causa avremmo azionato il telecomando scegliendo anche un film di Lino Banfi;

– Essendo giovedì replichiamo una delle nostre tipiche, insulse, ultime gare di Europa League. Mai pericolosi, sempre al piccolo trotto;

– Solo un episodio fortunato avrebbe potuto darci una mano. Non è arrivato e così, mestamente, salutiamo la Coppa Italia. Arrivederci al 2024, sperando magari che il tabellone stavolta ci faccia giocare in casa i quarti di finale…






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