di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)
La battuta più bella, uscendo dall’Olimpico, l’abbiamo ascoltata davanti al Bar del Tennis. Un nostro tifoso ha esclamato: “Pensavo mejo… sto Foggia!” E nella frase dissacrante c’era tutto lo spirito di una grande notte. In cui Luis Alberto ci e’ sembrato Suarez, Zaccagni il Jair di Herrera e Marusic una miscela tra Gentile, in marcatura su Leao, e Cabrini, in proiezione offensiva. Poker al Diavolo: recentemente ci erano riusciti Zeman, Mancini e Inzaghi. E adesso anche Sarri si accoda…
Primo tempo
– Si parte e, come lo scorso aprile, siamo già in vantaggio. Azione “alla mano”, con velo del Mago per il chirurgico 1 a 0 di Milinkovic;
– Ci si aspetta la reazione del Milan ma il Diavolo sonnecchia. Cataldi si appropria della bacchetta e orchestra alla grande;
– Zaccagni, costante spina nel fianco del Milan;
– Sembriamo ritrarci ma in realtà, riconquistata palla, scattiamo come molle;
– Quando tecnica, ritmo e velocità ti assistono e’ sarrismo!;
– Gran bel duello Leao-Marusic. E Adam non sbanda;
– Una corsa a perdifiato di Pedro, sotto la Tevere, per poco non trova il tap-in di Felipe;
– Ma il raddoppio e’ nell’aria, meritatissimo. Marusic sprinta e Zaccagni, all’ottavo gol stagionale, spinge la palla in rete;
– Galvanizzati sfioriamo pure il tris con lo scatenato Zaccagni;
– Finisce la frazione e il freddo non si sente tanto bella e’ stata la Lazio. Mai in difficoltà ma sempre pericolosa;
Secondo tempo
– Più con la forza dei nervi che del gioco il Milan approccia con piglio la ripresa. Ma sarà un fuoco di paglia;
– Deve essere anche cresciuta la condizione fisica dopo i richiami fatti nella sosta. Perché corriamo tutti come gazzelle;
– Di Bello fischia un fallo a nostro favore cancellando il “vantaggio”, col Mago lanciato verso Tatarusanu;
– Eccolo il tris: Felipe inventa e Kalulu falcia Pedro. Il Mago trasforma il rigore di potenza;
– Ormai e’ un monologo: il Milan è triste e vulnerabile. Il poker lo serve Felipe al termine di una azione da calcetto;
– La gara finisce e la gente quasi non vuole uscire. “Avessimo avuto quei quattro punti gettati contro Samp e Empoli…”, dice sulle scale un tifoso. Già ma non saremmo la Lazio, mai prevedibile. Forse per questo unica e romantica.