Secondo l’edizione romana di Repubblica continuano a spuntare gli intoppi riguardo il progetto che porterebbe lo stadio Flaminio ad essere il nuovo stadio di proprietà della Lazio:




Lo stadio Flaminio è ufficialmente materia per giudici. Non solo per la sentenza che costringe Sport e Salute, la controllata del Mef prima conosciuta come Coni Servizi, a risarcire 7,3 milioni di euro al Campidoglio per lo stato in cui ha riconsegnato l’opera al Comune nel 2014. Oltre alla condanna di cui ha dato notizia Repubblica, sull’impianto progettato da Antonio e Pier Luigi Nervi si staglia anche l’ombra del Tar. La Roma Nuoto, l’unica società che fin qui si è fatta concretamente avanti per recuperare il Flaminio con un investimento da circa 80 milioni di euro, ha presentato ricorso contro il «no» con cui la conferenza dei servizi ha bocciato il suo progetto. Nemmeno il placet di uno dei nipoti dei Nervi, l’architetto Pier Luigi, omonimo del più noto parente, ha convinto la Soprintendenza. Luigi Grossi, presidente della società, spera che l’udienza per discutere la faccenda nel merito venga fissata al più presto: «Il nostro progetto prevedeva una riduzione della capienza dello stadio, con una struttura rimovibile in grado di alzare il campo di gioco di circa sette file di sedute. Così avremmo eliminato le barriere e riportato alla luce le linee architettoniche dei Nervi, realizzando comunque un catino in regola per il calcio di serie B e quello femminile di serie A (oggi le ragazze della Roma giocano a Latina le partite di Champions League, ndr). Il nostro consulente è Pier Luigi Nervi e aveva certificato la sovrapponibilità del nostro progetto con l’opera». (…) Sul fronte Lazio, Lotito ha le idee chiare. Ha già contattato degli specialisti e ha effettuato diversi sopralluoghi. Però, nonostante i tanti ultimatum arrivati dal Campidoglio, non finanzierà alcun progetto senza avere la certezza di poter superare i vincoli: la copertura delle tribune e ampliamento della capienza (ad almeno 40 mila) sono le questioni chiave. I parcheggi, invece, il problema minore. Anche perché con i fondi in arrivo il Comune entro 10 anni completerà la Metro C ed è prevista anche la fermata Auditorium, a due passi dal Flaminio. I dubbi di Lotito sono legittimi e rafforzati dai precedenti: la doppia bocciatura dei progetti della Federazione italiana rugby (da 42 mila posti) e quello della Roma Nuoto. (…) Così la rinascita del Flaminio rischia di restare solo una promessa.






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