di Giorgio BICOCCHI
Ma, per una volta, non potremmo restarcene acquattati nella nostra metà campo, aspettando i dirimpettai ma stretti e coperti, senza prestare il fianco al controcalcio romanista che si esalta di rimessa, anche sfruttando il classico “lancione”?
E’ una idea, semplice, ma che certamente non verrà presa in considerazione perché la “scuola Sarri” prevede calcio di possesso e/o di aggressione.
Ma, per una volta, viste anche le nostre pesantissime assenze, chissà che lo spunto non possa essere approfondito. Perché la Roma – quando non è stata sorretta da espulsioni avversarie (come contro Lecce e Verona) – ha tribolato davanti a squadre chiuse e compatte, pronte ad agire sull’anticipo e sulle ripartenze.
Sarebbe un canovaccio che scompaginerebbe l’inerzia del derby che vorrebbe – a tavolino – la Lazio propositiva e la Roma pronta a prendere metri e posizioni.
Ovvio poi che sui calci piazzati mai dovremo perdere concentrazione, malizia e mestiere. Osservando le mosse di Smalling, Cristante, Abraham, ovvero le torri che costantemente Mourinho sgancia in occasione di angolo o punizioni. Serviranno centimetri (ecco perché l’utilizzo di Casale al posto di Patric sarebbe preferibile in questo genere di circostanze…), concentrazione e un pizzico di cattiveria. Limitare la Roma sui calci franchi sarebbe già un’ottima base di partenza. Se poi davanti Pedro, Zac o Felipe dovessero confezionare il contropiede da urlo…