di Fabio BELLI

L’amarezza è tanta, più che per la sconfitta per il segnale lanciato dall’alto a società, squadra e tifosi. La Lazio perde con la Salernitana, meritatamente per come i granata hanno sfruttato il contropiede e per come i biancazzurri hanno sbagliato le occasioni più ghiotte, partita da incubo per Matias Vecino, in particolare.




Del tutto immeritata è la punizione per Sergej Milinkovic-Savic: una situazione paradossale, col serbo già andato in diffida in maniera assurda, con ammonizioni accumulate in maniera gratuita come quella a Torino o quella contro l’Udinese. Ma il capolavoro lo fa Manganiello, tramutando in giallo un intervento probabilmente neanche falloso. Nella foto di Gian Domenico Sale si vede come il piede del serbo incontri quello del calciatore della Salernitana dopo essersi liberato del pallone, nel pieno di una giocata “legale”.

Se viene considerato, in maniera molto fiscale, il procurato danno, fischiare il fallo contro potrebbe essere più che sufficiente. Macché, quasi ghignando Manganiello infligge il giallo, che in diverse altre occasioni avrebbe dovuto allora estrarre durante la partita, soprattutto a danno dei calciatori campani, utilizzando lo stesso folle metro di giudizio. Altrettanto folle sembra la risposta del quarto uomo sulla valutazione di un eventuale cartellino rosso da parte del VAR: per infliggere la chirurgica ammonizione al calciatore diffidato si ignora completamente il contesto dell’azione, senza pensare al perché Milinkovic debba mai entrare piede a martello o dare un pestone volontario in una frazione di secondo, dopo essersi già liberato del pallone.

Un segnale inquietante che si aggiunge alle schermaglie che la Lazio in questa stagione ha vissuto sin dalla prima giornata contro il Bologna con la classe arbitrale. E diventano inquietanti, rilette a posteriori, le dichiarazioni del presidente dell’AIA Trentalange, dopo le esternazioni di Sarri in merito al rigore non concesso in Lazio-Napoli. Affermò Trentalange: “Vorrei ribadire, che non stiamo dando per privilegio ciò che spetta per diritto, cioè la costituzione e il lavoro è un diritto, c’è qualche altro ente, chi fa questo è un’istituzione che non voglio nominare ma nomino e si chiama Mafia, che dà per privilegio ciò che spetta di diritto, noi riteniamo inaccettabili questi tipi di affermazioni. Poi ci sarà la Procura, ogni denuncia è annuncio di salvezza. Però ci dicano a cosa si riferivano, se siamo noi gli interlocutori. Con grande serenità. Capisco che ci possono essere strategie di comunicazione, motivo per cui non siamo maturi per andare in tv dopo la partita. Poi ci sono mille modi per dire le cose, c’è un tempo per tutto“.

Sarri aveva sottolineato: “Gli arbitri? Sono scarsi o c’è un piano B“. Una denuncia inaccettabile per l’AIA e quanto accaduto ieri sembra rappresentare un salatissimo conto verso chi osa anche solo lamentarsi dello scarso livello arbitrale italiano: la Lazio è l’unica a perdere qualcosa, ovvero un giocatore fondamentale come Milinkovic-Savic in vista del derby. Di sicuro non perde in credibilità la classe arbitrale, avendo già azzerato questo parametro dai tempi del gol di mano di Cutrone, già in era VAR. Episodio che, sommato ad altri di quella stagione (terribile a livello arbitrale) costò alla Lazio i milioni della Champions e che club e tifosi avrebbero volentieri barattato con il gol di Acerbi in Spezia-Lazio lo scorso anno, utile solo ad arrivare davanti in classifica ad Armate Brancaleone ammantate da Real Madrid da stampa compiacente e coccolate da dirigenti che probabilmente si compiacciono al buio delle loro stanze dei fili tirati in modo giusto. Non ci si può far nulla, ma sotto sotto viene spontanea una domanda che Luciano De Crescenzo avanzò nel memorabile “Così parlò Bellavista”.






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