di Giorgio BICOCCHI

Negli ultimi due precedenti all’Olimpico – peraltro dopo una sfilza di rovesci – l’Udinese ci ha complessivamente segnato 7 reti. Tre nel dicembre 2020, reduci dalla qualificazione da imbattuti agli ottavi di Champions, e quattro nel novembre scorso, dopo essere stata avanti pure 3 a 1.




Insomma, sarebbe il caso di invertire la tendenza riappropriandoci di una tradizione favorevole durata decenni. Inutile sottacerlo: stanchi e usurati per aver giocato lunedì e giovedì scorso, incontriamo una squadra in piena salute e consapevolezza avendo perso (eravamo a Ferragosto, sotto la canicola) solo una gara dall’inizio della stagione.

Come inficiare allora il momento-si dei bianconeri? Con una tattica inizialmente prudente, almeno per una ventina di minuti. Inutile approcciare a perdifiato: sarebbe consigliabile aspettare gli eventi sulla nostra trequarti, stretti sugli esterni (Pereyra e Udogie) e sul tandem d’attacco composto da Beto e Delofeu. 

L’Udinese ha segnato 2 gol soltanto in meno di noi. Corre, pressa, fa valere il fisico di difensori e centrocampisti: per noi sarà un test durissimo e già saperlo in anticipo è una bella conqusta.

Ma se dovessimo tenere botta inaridendo gli spunti dalle fasce e arginando la coppia d’attacco, potremmo far male. Con le percussioni di Felipe e Zaccagni, con le spallate di Milinkovic, con una girandola di passaggi ed intuizioni. Dovremo giocare con umiltà e senso dell’anticipo, sospinti dal caldo sole che si preannuncia e dai 45.000 dell’Olimpico: ecco quella che pare la tattica più intelligente.

In pratica, contro lo Sturm, hanno giocato un tempo (o anche meno di un tempo) Lazzari, Marusic, Anderson, Zaccagni, Vecino, Milinkovic. A questi aggiungete Romagnoli che neppure si è fatto la doccia. E’ un plotone mica male, converrete, la nostra spina dorsale. Ecco perché la fatica che inevitabilmente si affaccerà da metà ripresa in avanti sembrerà più mentale che fisica. 

La Lazio, però, possiede i giusti antidoti per limitare la rivelazione del Campionato. E pure magari l’ingresso in campo di Arslan, talismano friulano, puntualmente a segno contro Strakosha e Reina nelle ultime due esibizioni bianconere all’Olimpico…






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