Marco Gabriele, addetto agli arbitri della Lazio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, canale 233 di Sky:




“Conoscere le regole, che vengono spesso distorte ed interpretate in modo sbagliato, è importante. Rispetto a quanto accaduto sabato a La Spezia, bisogna prendere in mano il protocollo VAR. Grazie a Lotito e Tare, si è capito quanto sia importante avere in campo calciatori che conoscano le regole. Il protocollo VAR può essere utilizzato in quattro occasioni: quello che riguarda oggi è il caso della rete segnata. Prevede che ogni gol di rete debba essere controllata, non a caso c’è una tecnologia avanzata su questa tipologia di rilevazione, chiamata Okai, che traccia due linee: una blu ed una rossa per rilevare eventuali calciatori in fuorigioco. Quindi sabato o questa linea non è stata tracciata oppure è stata fatta una considerazione sbagliata da parte del VAR.

Se non rileviamo una dichiarazione ufficiale dall’AIA e se è stato commesso un errore, fa semplicemente parte di quei tanti che abbiamo visto in questi anni anche con il VAR. Faccio un esempio del gol annullato ad Immobile in occasione Lazio-Venezia, con la sua spalla poco avanti di millimetri. Ci sono altri episodi eclatanti, come la gomitata di Ibanez a Milinkovic nel derby di ritorno. Il difensore avversario colpisce volontariamente sul volto Sergej ed il VAR non interviene. Il braccio può essere valutato in due modi: strumento o arma. Con il primo si può anche dare un colpo, con il secondo invece no, avviene quando il movimento non è armonico. Milinkovic anche contro il Milan subisce un colpo, ma in quell’occasione il braccio è strumento. 

La Lazio ha scelto la linea di non protestare perché se c’è stata una valutazione, corretta o sbagliata che sia, la accetta perché fatta in buonafede. Anche il gol di mano di Cutrone contro il Milan, nel 2018, va ricordato: in quel caso tutti pensarono al fuorigioco, trascurando il gol di mano. Qualche settimana fa l’attuale designatore Rocchi ha detto che sono stati corretti l’86% degli errori grazie al VAR. Manca ancora un po’ per arrivare al 100% perché dietro c’è l’essere umano. Eclatante l’episodio accaduto quest’anno in Torino-Inter, in occasione del rigore non concesso a Belotti. In quel caso, l’AIA con un comunicato ha ammesso l’errore sospendendo gli arbitri coinvolti.

Il portiere è l’ultimo difendente, in occasione di Spezia-Lazio Provedel è più avanti di alcuni difendenti. Nasca potrebbe aver messo correttamente la linea sull’ultimo difendente, vedendo Acerbi sopra la linea blu, ma questa è una mia interpretazione. La sospensione di Nasca e Guida dimostra che hanno commesso un errore in buonafede, pensare però che non sia stato applicato il protocollo VAR è assurdo. Assistente di linea? UEFA e FIFA hanno imposto di lasciare sempre giocare, evitando di interrompere un’azione, questo è il motivo per cui l’assistente di linea sabato è rimasto giù con la bandierina.

Nelle ultime quattro giornate di un singolo torneo, capita che gli allenatori parlino sempre di episodi per giustificarsi o trovare alibi. L’etica della Lazio non è mai venuta meno in questi due anni, nonostante evidenti torti subiti, perché se c’è un errore arbitrale bisogna solo prenderne atto, poiché arrivato in buonafede. A volte è a favore ed altre a sfavore. Rocchi, a Lissone, ci ha fatto ascoltare le conversazioni tra arbitro e VAR: il primo ha un microfono aperto, quindi si sentono anche le proteste dei calciatori. La confusione, come accaduto in un episodio, può anche generare errori, per questo non vedrete mai calciatori biancocelesti andare a disturbare gli arbitri in attesa di una decisione. Bisogna lavorare, è una questione di cultura che dovrebbero avere tutte le squadre”.






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