di Arianna MICHETTONI (foto © Antonio FRAIOLI)

Sarà la voglia di sorpresa, quell’aria di festa, il bel cielo di primavera e una sorta di risveglio – anche del tifo biancazzurro. Sarà una Lazio lanciatissima dal suo bel gioco, spiegato con amore da Maurizio Sarri, valorizzato dal lazialissimo C-hero (non è una licenza poetica). Sarà quel che sarà, questa Lazio – Torino è un po’ delizia pasquale un po’ pentimento pre-resurrezione – non in tre giorni, ma nei mesi del girone d’andata. In mezzo, tutto il “cosa sarebbe stato se?”…

Cosa sarebbe stato senza un Torino ben schierato in campo, prepotente sui raddoppi, falloso per imporre il suo ritmo di gioco, un Torino che la Lazio affronta spavalda, forse finalmente convinta della sua superiorità (raccontata dalla classifica della serie A). Sarebbero stati – anzi, sono – i primi dieci minuti di sterili tentativi biancazzurri, di grande intensità ma minima resa – perché c’è il Torino a difendere bene, ad approfittare dei pochi spazi a disposizione – soprattutto nelle ripartenze.

È al 15’ che l’Olimpico interrompe i suoi incessanti cori per lamentarsi, fortissimo boato, dell’atteggiamento troppo permissivo dell’arbitro: Immobile e Zaccagni sono vittime ideali del picchiaduro granata, utile solo a tenere fisso il risultato e a neutralizzare le opportunità laziali.

Ruvidità che consente, però, una momentanea conquista di campo torinese: al 20’ prima vera occasione del Torino, Belotti tenta di finalizzare con un colpo di testa ma la palla finisce fuori.

Ritmi intensi che penalizzano la bellezza e la costruzione del gioco, la Lazio chiusa nel suo centrocampo neutralizza il Torino, vero, ma subisce passivamente la pressione proprio dei granata. È difficile liberarsi dalla marcatura a uomo, dal pressing sul portatore di palla, si deve puntare sulla velocità e sulla stessa tenacia. 37 minuti sono sufficienti per dare un’interpretazione e una chiave di lettura a questa partita, che la Lazio cerca di vincere sulle palle inattive: Luis Alberto, su calcio di punizione, trova l’intesa con Milinkovic. Il sergente in traiettoria colpisce la palla, ma Berisha d’istinto respinge.

Al 40’ si complica lo schieramento Lazio: Patric è costretto ad abbandonare il terreno di gioco per infortunio, al suo posto ritorna in campo Luiz Felipe, ormai solito alla panchina.

Nonostante i due minuti di recupero concessi dall’arbitro, la prima frazione si chiude senza evidenti sussulti e con la precisa sensazione di spazi che si fanno sempre più stretti e calcisticamente soffocanti.

La ripresa riprende, appunto, ciò che il duplice fischio aveva interrotto: possesso palla dell’una e dell’altra squadra che si infrange sul sistema difensivo di entrambe. In una partita che tiene da conto anche i millimetri, la lenta ma progressiva avanzata del Torino preoccupa. Al 55’ è ancora assedio granata: la Lazio è colpevolmente assente, in ritardo sulle progressioni e quindi in inevitabile svantaggio. È Pasqua e può risorgerne soltanto uno: la festa premia Pellegri, solito al gol, per lo 0-1 del Torino (pure se, col senno di poi, il gol sarebbe stato da annullare).

Mentre la Curva Nord chiede una reazione, spingendo la squadra con il botta-risposta “Lazio-Lazio” restituito dalla Tribuna Tevere, i biancazzurri faticano moltissimo nel trovare spazi e idee per sfruttarli. Significativo il lancio di Luis Alberto nel vuoto dell’area del Torino, un vuoto che si riflette anche negli schemi e nelle possibilità laziali di recuperare la partita, un vuoto che sta nei movimenti, nei passaggi, nelle marcature e, soprattutto, nelle decisioni e nelle scelte di tempo sbagliate. Se anche Lazzari non corre più, il minuto 67’ diventa, senza gli affondi, un affondamento insostenibile.

In assenza di idee in campo, Sarri prova a mischiare le carte: fuori Luis Alberto e Lucas Leiva, dentro Danilo Cataldi e Toma Basic. Siamo al 68’, ma il possesso palla – e relativo giro-palla, appunto – lo tiene il Torino. L’Olimpico fischia quasi oltre la sopportazione dei timpani, al 72’ un fuori tempo Basic fa tutto quel che può per sbagliare il gol del pareggio. È l’inizio di una serie di errori frenetici, isteria laziale alla ricerca del pareggio. Quattro minuti di tempesta e impeto biancazzurro dove tutto accade, tranne il gol: Milinkovic ci prova e respinge un insolito reattivo Berisha, Zaccagni ci prova e spara alto.

Tanto basta al Torino a ricalibrare e ripristinare le misure restrittive sulla squadra allenata da Sarri – di cui notiamo un passeggiare nervoso, spesso a capo chinato dal disappunto. Nove minuti è ciò che resta per un cambio di gioco che deve partire, appunto, dalla panchina. Romero viene chiamato per vestire la palla di gioco, mentre in campo i compagni non trovano modo e spazio per conquistare la difesa granata.

All’84’ Felipe Anderson lascia il posto al baby-talento, che ha, almeno, il passo più veloce dei suoi. Tutti colpevoli di una partita giocata malissimo, come un’orribile sorpresa confezionata all’interno dell’uovo di Pasqua. E che si conclude nel peggiore dei modi: al 90’ un Milinkovic fuori ruolo seda una rissa che porta all’ammonizione di Immobile e Lukic, culmine della frustrazione generata dall’impossibilità di agire di una Lazio che aveva abituato ad un’altra dominante bellezza. Che però, in un ultimo disperato tentativo di interpretare il “cosa sarebbe stato se” iniziale, col solito Ciro Immobile trova il gol del pareggio e il motivo per cui, al 93’, l’intero stadio crede nella possibilità di un miracoloso 2-1. Che però non si compie, perché la resurrezione – come già stato scritto – è una sola: e allora Cataldi (e tutti, con lui) si disperano per un tiro potente che finisce di poco a lato, a Berisha battuto.

È la fine della partita, che regala ad entrambe un punticino da incastrare, con le istruzioni di montaggio, in un finale di stagione abbastanza tirato.

IL TABELLINO

SERIE A

LAZIO-TORINO 1-1

Marcatori: 56′ Pellegri (T), 90’+2′ Immobile (L)

LAZIO (4-3-3): Strakosha; Lazzari, Patric (43′ Luiz Felipe), Acerbi, Marusic; Milinkovic, Leiva (69′ Cataldi), Luis Alberto (69′ Basic); Felipe Anderson (85′ Romero), Immobile, Zaccagni. A disp.: Reina, Adamonis, Kamenovic, Radu, Hysaj, Cabral, Moro. All.: Maurizio Sarri

TORINO (3-4-2-1): Berisha; Izzo (51′ Zima), Bremer, Rodriguez; Vojvoda, Lukic, Ricci, Aina (74′ Singo); Pobega (87′ Buongiorno), Brekalo; Belotti (46′ Pellegri). A disp.: Milinkovic; Gemello, Ansaldi, Garbett, Linetty, Pjaca, Seck, Sanabria. All.: Matteo Paro

Arbitro: Alessandro Prontera (sez. Bologna)

Assistenti: Preti-Bindoni

IV ufficiale: Luca Massimi. V.A.R.: Gianluca Aureliano. A.V.A.R.: Giacomo Paganessi

NOTE: Ammoniti: 53′ Pellegri (T), 90′ Immobile (L), Lukic (T). Recupero: 2′ pt, 4′ st

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