di Arianna MICHETTONI

I tre punti in palio oggi sono solo una formalità. Una regola tacitamente accettata che raramente però racconta oltre il risultato, e quasi mai svela la realtà dietro il campo: quella della Lazio è fatta di giorni difficili che, in fila, l’hanno portata all’Artemio Franchi. A disputare una partita contro la Fiorentina che, dietro schemi e moduli di gioco, nasconde la verità scritta nella formazione: per i biancazzurri la novità è il ritorno di Lucas Leiva al centro del centrocampo – la cifra assoluta dell’apice raggiunto nel mercato di gennaio.
C’è allora da citare la perfetta analisi fatta da Sarri e che, con merito e filosofia, ha sintetizzato un: “il mercato è finito, andiamo in pace” ai fedeli laziali, in fila ogni domenica per una messa che è sempre la stessa – nello svolgimento e negli interpreti.
Tant’è: già nei primi minuti di gioco la Fiorentina parte meglio, costringendo la Lazio ad un’affannata fase difensiva. Si vede Luis Alberto (preferito a Basic) pressare gli avversari che intanto portano palla, impedendo la manovra biancazzurra. Immobile è solo in avanti, e l’opinione è che sia troppo distaccato da Felipe Anderson e Zaccagni – un tridente (poco) offensivo, che nella prima frazione di gioco proprio non trova, appunto, il gioco.
È il 19’ e Strakosha strappa applausi in una trama all’Inception: Cabral – quello preso per tempo e consapevolmente dalla Fiorentina – svetta di testa, costringendo il portiere – quello che la Lazio perderà a parametro zero – a salvare il risultato. La domanda implicita (la Lazio vuole davvero, metaforicamente, salvarsi?) è come un sogno in un sogno: non si sa più cosa è reale e cosa, invece, non lo è.
Dieci minuti dopo la partita si fa sincopata, nervosa: è la Viola a dominare a tratti, costringendo la Lazio al fallo. La stessa Lazio non trova alcuno spunto per uscire dalla sua metà campo, la Fiorentina tiene il giro palla con la sicurezza di poter avanzare a suo piacimento. Lazzari, Luiz Felipe e Patric tengono alta la guardia.
Al 34’ la Lazio si scopre viva: approfitta di un contropiede – pregiatissima alternativa alla passività biancazzurra – e crea la sua prima (e doppia!) occasione: Luis Alberto risale il campo e serve Immobile, che era a supporto dell’azione. Baricentro corporeo sbagliato e centralità del tiro annullano il potenziale creato, ma aprono una crepa nella difesa viola: la Lazio rimane in attacco prima con un tiraccio di Patric, poi con un’altra incursione fallita da Immobile per intervento di Milenkovic. È però il minuto che spacca il primo tempo: finalmente la partita diventa equilibrata, quasi divertente, certamente più godibile. Il monologo Fiorentina si trasforma a tratti in un assolo biancazzurro – con una palla stregata che rifiuta però anche il tentativo di Pedro di mandarla in rete. Così, con un poco prevedibile rammarico laziale, i primi 45 minuti si chiudono a reti inviolate.

La ripresa va in continuità biancazzurra: se il primo tempo si è concluso con la squadra di Sarri protagonista, i primi minuti del secondo tempo confermano le buone impressioni. Milinkovic e Luis Alberto impongono ritmi e trovano spazi, una manovra in crescendo che trova la sua consacrazione già al 7’: un Zaccagni ispirato scocca la sua freccia-assist, nel mirino Milinkovic che finalizza il meritato vantaggio della Lazio.
Parapiglia in area viola all’11’ ed è Terracciano ad aver la peggio, la pausa di gioco fa da preambolo ai primi cambi: doppia sostituzione per la Fiorentina (fuori Callejon e Duncan, dentro Nico Gonzalez e Castrovilli) e per la Lazio, che lancia sul terreno di gioco Felipe Anderson e Cataldi al posto di Pedro e Lucas Leiva.
Brividi al 18’: Orsato assegna un rigore alla Fiorentina per supposto fallo in area di Luiz Felipe su Castrovilli. Richiamato dal VAR, il direttore di gara torna sui suoi passi e revoca il penalty. E la partita, gradevole nel suo complesso, torna a frammentarsi: nervosismo dilagante e isteria fiorentina alla ricerca del pareggio abbassa la qualità della manovra – favorendo, paradossalmente, proprio la Lazio. Che resta compatta in campo, segue e vanifica le incursioni soprattutto laterali – ancor più dopo il terzo cambio operato da Sarri, che inserisce Hysaj per Lazzari per garantire il contenimento di cui la sua squadra ha bisogno.
Tutto giusto per la Lazio, che trova un perfetto schieramento per il raddoppio: il capolavoro passa per i piedi di Immobile, l’attaccante che può ora vantare tra i record l’aver reso assist-man Patric. 0-2 laziale perfetto mentre la Fiorentina, attonita, prova a cambiare strategia. per la Fiorentina entrano Piatek e Ikonè ed escono Cabral e Bonaventura; per la Lazio, Basic sostituisce Luis Alberto.
Si aspetta la fine della partita e lo si fa, però, assistendo alla timida reazione viola: Sottil ha la corsa utile per alzare i ritmi della sua squadra, ma una Lazio in trance agonistica rende vano qualsiasi tentativo viola. Ribadendo la sua supremazia al 35’: Immobile (che, insomma, non segna solo su rigore) salta tutti, pure Terracciano, e dall’esterno destro dell’area piccola fa partire il tiro che Biraghi (in un disperato tentativo di difesa) finalizza in rete. Tre reti a zero per una Lazio bellissima, premiata anche da un rinnovato entusiasmo nei cori dei circa mille tifosi giunti a sostegno della prima squadra della capitale.
L’attesa del triplice fischio è un po’ come l’attesa del piacere, utile però a mostrare la supremazia biancazzurra: Felipe Anderson lancia in rete Basic, che si fa parare il tiro da Terracciano e sulla respinta calcia al lato. Poco altro accade: la gara esaurisce anche i due minuti di recupero e termina sancendo una delle più belle vittorie della Lazio di questa stagione.

La fortuna di Fiorentina – Lazio troverà forse piena espressione nella sua lungimiranza: la squadra di Sarri, oggi a tratti perfetta, sembra essersi liberata dall’enorme peso delle aspettative. È più fluida, più sciolta, quasi più divertita: una leggerezza, una spensieratezza, mancata finora nel lungo bilancio di gioco espresso e risultati. Una nuova formula, meglio: una nuova ricetta, servita a quel pranzo rinominato, con molta pertinenza, “il patto dei Parioli”. E così sembra la Lazio: una promessa, stavolta da mantenere. A chiusura di cronaca: i tifosi della Lazio chiamano sotto la “curva” i giocatori, cantando per loro l’intenzione di restargli sempre accanto.

IL TABELLINO

FIORENTINA-LAZIO 0-3

FIORENTINA (4-3-3): Terracciano; Venuti, Nastasic, Milenkovic, Biraghi; Bonaventura (76′ Ikone), Torreira, Duncan (59′ Castrovilli); Callejon (59′ Gonzalez), Cabral (76′ Piatek), Sottil (88′ Amrabat). All.: Vincenzo Italiano

LAZIO (4-3-3): Strakosha; Lazzari (68′ Hysaj), Luiz Felipe, Patric, Marusic; Milinkovic, Leiva (59′ Cataldi), Luis Alberto (76′ Basic); Pedro (59′ Felipe Anderson), Immobile, Zaccagni. All.: Maurizio Sarri

Arbitro: Daniele Orsato (sez. Schio)

Ammoniti: 30′ Leiva (L), 45’+1′ Pedro (L), 50′ Bonaventura (F), 55′ Torreira (F), 67′ Lazzari (L), 83′ Patric (L). Espulso: 85′ Torreira (F)

Recupero: 2′ pt, 2′ st.

Marcatori: 52′ Milinkovic (L), 70′ Immobile (L), 81′ aut. Biraghi (L)

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