di Fabio BELLI

Com’è allegra Venezia: una volta tanto, 74 anni dopo l’ultimo successo in campionato su un campo dove si è giocato raramente e praticamente mai vinto. Le difficoltà erano molte, l’assenza di Immobile pesa ma stavolta la squadra l’hanno presa in mano i big: subito Pedro, ormai senza aggettivi, ma anche Milinkovic-Savic e Luis Alberto, in momenti diversi, si sono caricati di responsabilità importanti. Un Natale più sereno, alle 18.30 di venerdì scorso il barometro biancazzurro segnava burrasca, in 6 giorni la regola del 3, dopo l’1-3 alla Sampdoria e al Genoa (senza dimenticare i precedenti tris a Empoli, Roma, Salernitana, Inter), ha stabilito come la Lazio abbia ancora qualcosa da dire, aspettando un 2022 di riscossa e cambiamenti.




FORMAZIONI – Sarri con l’indisponibilità di Hysaj lancia per la prima volta Stefan Radu titolare da terzino sinistro, dopo l’infelice prova da centrale a Verona. A centrocampo conferma per Basic con Luis Alberto ancora in panchina, senza Immobile il tridente “leggero” è sempre quello con Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni. Nel Venezia giocano l’ex Kiyine e Aramu alle spalle di Forte in attacco.

SUPER PEDRO, POI SOLITA DISTRAZIONE – Dopo 3′ arriva il vantaggio: stavolta non c’entrano schemi, Sarrismo e automatismi, Pedro prende palla e fa lo Speedy Gonzales della situazione. Chi lo prende? Nessuno, e infatti il suo sinistro si piazza alle spalle di Romero. Lazio che gioca bene nel fraseggio e nel giro palla, ma come è già capitato incide poco anche se Felipe Anderson sceglie Basic invece di Pedro per l’assist del possibile 0-2. E come spesso accade nel calcio, alla mezz’ora il Venezia trova il pari, con Aramu che pennella per la testa di Forte, che segna il suo primo gol in campionato sfuggendo alla guardia di Luiz Felipe, ma l’azione inizialmente era viziata su un fallo abbastanza netto su Zaccagni, ma Maresca fa finta di nulla.

RISCATTO ACERBI E MAGIE… DI NATALE – Nella ripresa però è ancora il 3′ il minuto magico: calcio d’angolo tagliatissimo di Cataldi e il pallone si insacca a fil di palo, con le immagini che rivelano Acerbi, come da lui stesso prontamente rivendicato, pronto a deviare con la spalla il gol dell’1-2. La partita resta aperta col Venezia comunque ben organizzato, le occasioni da gol però scarseggiano da una parte e dall’altra. I cambi si susseguono e Sarri resta a corto di una sostituzione quando Acerbi lamenta un problema muscolare, costretto a giocare il finale da centravanti aggiunto. 4′ di recupero, c’è anche Luis Alberto in campo negli ultimi 20′ e lo spagnolo subisce la gamba tesa di Tessmann, che si becca il rosso diretto da Maresca. Ma proprio allo scadere Milinkovic-Savic piazza il pallone giusto in area e il Mago chiude con lo show di Natale: stop di petto e gran botta sotto la traversa, festa sotto i 3000 laziali e saluti finalmente sereni per tutti. Serviva come il pane.

IL TABELLINO

SERIE A

VENEZIA-LAZIO 1-3

Marcatori: 3′ Pedro (L), 31′ Forte (V), 49′ Acerbi (L), 90+5′ Luis Alberto (L)

VENEZIA (4-3-2-1): Romero; Mazzocchi, Caldara, Ceccaroni, Ebuehi; Crnigoj (67′ Tessmann), Vacca (55′ Busio), Ampadu (74′ Sigurdsson); Aramu, Kiyine (55′ Okereke); Forte. A disp.: Maenpaa, Molinaro, Modolo, Johnsen, Heymans, Svoboda, Peretz, Haps. All.: Paolo Zanetti

LAZIO (4-3-3): Strakosha; Marusic, Luiz Felipe, Acerbi, Radu (74′ Lazzari); Milinkovic, Cataldi (67′ Leiva), Basic (74′ Luis Alberto); Pedro, Felipe Anderson (80′ A. Anderson), Zaccagni. A disp.: Reina, Furlanetto, Patric, Akpa Akpro, Moro, Romero, Muriqi. All.: Maurizio Sarri

Arbitro: Fabio Maresca (sez. di Napoli)

Assistenti: Marco Bresmes- Filippo Valeriani

IV uomo: Niccolò Baroni. V.A.R.: Aleandro Di Paolo. A.V.A.R.: Alessandro Costanzo

NOTE: Ammoniti: 45′ L. Felipe (L), 54′ Pedro (L), 55′ Crnigoj (V), 64′ Basic (L), 74′ Ampadu (V), 86′ Caldara (V). Espulso: 90+1′ Tessmann (V). Recupero: 2′ pt, 4′ st.






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