di Alessandro DE CAROLIS

La scomparsa di Giampiero Galeazzi lascerà un vuoto enorme negli animi di tutti: nel mondo Lazio, nello sport italiano e nel giornalismo. Una persona che con la sua voce ha raccontato ed entusiasmato i più grandi avvenimenti sportivi italiani. Colonna portante di 90° minuto e di tante altre trasmissioni sportive, è stato un punto di riferimento per almeno tre generazioni. Ha narrato ed emozionato con il tennis, il calcio e ovviamente il suo amato canottaggio. La sua passione, in cui diede il meglio di se nelle Olimpiadi del 1988 e 2000. Tutti ricordano ancora le sue parole, la sua emozione, il suo impeto, durante le imprese compiute dai fratelli Abbagnale e da Rossi e Bonomi.

I cuori laziali invece hanno nel cuore la sua fuga dal Foro Italico verso lo Stadio Olimpico (CLICCA QUI) ed il suo ingresso in mezzo ai tifosi durante quell’indelebile 14 maggio del 2000, per natrare “live” la sua Lazio Campione d’Italia per la seconda volta. Come inviato, ma soprattutto come grande anima biancazzurra, andò in mezzo alla gente per raccogliere le loro testimonianze, la loro gioia e il loro amore per quei colori. Una vita dedita allo sport, al giornalismo e alla televisione. Chiamato affettuosamente “Bisteccone”, con il suo vocione entusiasta ha saputo appassionare e incantare tutti: tifosi di ogni sport, di ogni squadra e di ogni città. Un’impresa possibile solo per chi ha “quel” fuoco sacro dentro di se, capace di illuminare e infiammare i cuori delle persone. E’ oltremodo riduttivo sintetizzare la sua vita, le sue cronache e il suo lato umano in poche righe. La cosa certa è che rimarrà sempre nei nostri cuori, che verrà tramandato ai posteri per la sua spiccata personalità e che ci veglierà dall’alto dei cieli biancoazzurri.

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