di Alessandro DE CAROLIS

Ecco le pagelle di Italia-Spagna, match valido per la semifinale di Euro 2020. Azzurri in finale dopo la lotteria dei calci di rigore. Super prestazione della squadra per un traguardo tanto sorprendente quanto avvincente.

Donnarumma 8.5: decisivo nei 90′ come sempre, eroe indiscusso ai rigori. Il tiro dagli 11 mt. parato a Morata è il momento più emozionante. Non ci sono dubbi: è il portiere più forte nel panorama mondiale. Imbattibile tra i pali, sicuro nelle uscite alte e basse, ma soprattutto un gran para rigori.

Di Lorenzo 7.5: il terzino del Napoli ben figura giocando sia a destra che a sinistra. Oggi molto più attento nella fase difensiva: preciso e sempre puntuale sul pallone. Un jolly tattico molto utile nello scacchiere di Mancini. Non fa rimpiangere l’assenza di Florenzi.

Bonucci 7,5: c’è solo un piccolo neo nella prestazione dei due centrali juventini. L’unica sbavatura costa cara all’Italia con il gol di Morata. Per il resto solita partita perfetta, da vero leader. Dal dischetto è glaciale e spiazza U. Simon.

Chiellini 7.5: stesso discorso di Bonucci sul gol di Morata. Ma al capitano azzurro non gli si può dire nulla. Un protagonista assoluto in questo Europeo, cosa non scontata dopo un’annata piena di infortuni.

Emerson 7,5: non ha lo sprint di Spinazzola, ma contribuisce dando il suo. Nel finale di primo tempo colpisce in pieno la traversa. Ci mette tanta corsa e qualità, mandando al manicomio un cliente non facile come Azpilicueta (dal 74′ st Toloi sv)

Barella 6.5: partita più di sostanza che di qualità. Il centrocampo spagnolo è uno dei più tecnici al mondo e si vede. Alterna alti e bassi in una partita dove l’Italia ha molto sofferto proprio nella zona centrale (dal 85′ st Locatelli 6: non benissimo nei supplementari. Il suo rigore sbagliato è stato il momento peggiore della partita).

Jorginho 8.5: tiene per mano il centrocampo, l’unico dei suoi compagni di reparto a fare la differenza con la sua qualità. Non a caso il rigore decisivo è proprio il suo, con una conclusione precisa a spiazzare il portiere spagnolo. Con la Champions e questa finale meriterenbe davvero il pallone d’oro.

Verratti 6.5: anche lui soffre molto la dinamicità del centrocampo spagnolo. Non sfodera la sua qualità, faticando molto a smistare i palloni. Più utile in fase difensiva, in cui si dimena e vince tanti duellu. Ma da un calciatore del suo calibro è normale aspettarsi molto di più (dal 74′ Pessina s.v).

Chiesa 8.5: una spina nel fianco per la Spagna. Letteralmente imprendibile. Ara la fascia destra, anche se il gol lo trova nella ripresa sulla sinistra. E’ un gol da cineteca, figlio di un tiro a giro come Insigne contro il Belgio. Talento puro di questa nazionale (dal 107′ st Bernardeschi 6,5: supplementari in ombra. Rigore perfetto e imprendibile).

Insigne 7: si vede poco sotto porta e nelle conclusioni. Si dedica più al dribbling e a vestire i panni del regista offensivo. La sua qualità lì davanti è troppo importante nel gioco azzurro (dal 85′ st Belotti 6,5: la sua unica utilità si vede nella lotteria dei rigori. Conclusione fredda, potente e precisa che gli garantisce un’ampia sufficienza).

Immobile 6.5: anche oggi per la Scarpa d’oro partita non facile. Bocciarlo però sarebbe ingiusto, perché in questa nazionale fa un lavoro sporco e quasi invisibile. Infatti con la sua uscita dal campo l’Italia non è più riuscita a salire, non c’era nessuno che teneva palla per allargarla sugli esterni. Criticarlo è ingiusto quanto sbagliato, chi lo fa non è in buonafede. Ora pero3 servono i suoi gol per alzare al cielo questo Europeo e per dar lustro alla sua già splendida carriera (dal 60′ st Berardi 6.5: tanta corsa ma poca precisione nei momenti decisivi. Perde anche qualche pallone di troppo, costato alcune ripartenze spagnole. Servirebbe il Berardi ammirato durante la fase a gironi).

Mancini 9: se l’Italia torna a centrare una finale europea gran parte del merito è suo. Ha puntato su giovani talenti, verso i quali all’inizio in molti storcevano il naso. Cura in maniera quasi manialcale sia la fase difensiva, che quella offensiva. Azzecca sempre i cambi in corsa. Personalità e mentalità vincente degli Azzurri sono sue figlie legittime.

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