Siamo in finale! La Nazionale supera anche l’ostacolo Spagna ai calci di rigore dopo 120 minuti da batticuore e prosegue la sua corsa nel primo Campionato Europeo itinerante della storia. Una favola da vivere fino in fondo, che avrà il suo epilogo domenica a Wembley contro la vincente dell’altra semifinale tra Inghilterra e Danimarca. Per la quarta volta nei sessantuno anni di vita del torneo continentale l’Italia raggiunge la finale e lo fa con merito, dopo aver sbloccato il match nella ripresa con un gran gol di Federico Chiesa ed essersi fatta raggiungere a dieci minuti dalla fine dall’avversario più temuto, quell’Alvaro Morata tenuto in panchina da Luis Enrique ed entrato per dimostrare a Chiellini e Bonucci di essere un cliente ben più scomodo di Lukaku. Come con l’Austria gli Azzurri hanno confermato di saper soffrire, difendendosi con grinta e cuore ai supplementari per poi imporsi ai calci di rigore. Nel 2008 il ciclo della Spagna dei record era iniziato con il successo dagli undici metri sull’Italia nei Quarti dell’Europeo, chissà che stavolta non stia per cominciare un nuovo corso. A dire il vero un po’ di strada questa Italia l’ha già fatta, i risultati utili consecutivi sono 33. A due lunghezze dal record detenuto indovinate da chi? Esatto, dalla Spagna. Tutto torna.
LA PARTITA. Un solo cambio obbligato per Mancini rispetto al match con il Belgio: sulla sinistra al posto di Spinazzola c’è Emerson. Per il resto confermata in blocco la squadra scesa in campo venerdì a Monaco di Baviera, con Verratti e Jorginho in regia e Chiesa preferito nuovamente a Berardi nel tridente con Immobile e Insigne. Nella Spagna sono solo due i reduci della finale con l’Italia di nove anni fa: Jordi Alba e Busquets. In difesa Eric Garcia affianca Laporte, con Azpilicueta e Jordi Alba esterni, mentre il diciottenne Pedri va a formare con gli esperti Busquets e Koke un centrocampo che resta il reparto con più qualità della Roja. A prendere il posto dell’infortunato Sarabia è Dani Olmo, ma la vera sorpresa è l’assenza di Alvaro Morata, sostituito da Mikel Oyarzabal. L’attaccante della Real Sociedad parte a destra, con Ferran Torres a sinistra e Dani Olmo schierato falso nueve. Una mossa studiata da Luis Enrique per non dare punti di riferimento a Chiellini e Bonucci.
Al 3’ la prima emozione: Emerson serve Barella, che perde il tempo per saltare in uscita Unai Simon e poi con un destro a giro da posizione defilata centra il palo. Conclusa l’azione il guardalinee alza la bandierina, il fuorigioco è netto. Regina indiscussa del tiqui taca, la Spagna prende in mano il pallino del gioco attraverso la solita fitta rete di passaggi. Un’imbucata illuminante di Pedri pesca in area Oyarzabal, che sfugge alla marcatura di Emerson ma fallisce l’aggancio davanti alla porta. Barella perde poi un pallone pericoloso, Ferran Torres da fuori area calcia a lato. L’Italia però non sta a guardare e al 20’ va vicina al gol con una bella combinazione tra Insigne ed Emerson, ma prima Immobile e poi Barella perdono il tempo per la conclusione in porta non riuscendo ad approfittare dell’uscita avventata di Unai Simon. La partita è vivace, a Wembley non ci si annoia. Ci prova ancora Dani Olmo, che vince un rimpallo ma trova sulla sua strada Donnarumma. Emerson, liberato da una giocata di Insigne, viene fermato da Busquets al momento dell’ingresso in area, mentre sull’altro fronte Oyarzabal tira alle stelle dopo una bella ripartenza orchestrata da Pedri. In chiusura di tempo arriva l’occasione migliore per l’Italia: Insigne, in posizione dubbia, serve nuovamente Emerson, che con una conclusione violenta centra la traversa. Il replay mostra il tocco decisivo di Unai Simon.
La ripresa si apre sulla falsariga del primo tempo, Dani Olmo e Oyarzabal sono un pericolo costante. Partendo dalla destra l’attaccante della Real Sociedad serve l’accorrente Busquets, che dal limite dell’area calcia di poco alto. Anche gli Azzurri sanno come far male alla difesa spagnola. Da un colpo di tacco di Immobile nasce una ripartenza conclusa da Chiesa con un diagonale bloccato in due tempi da Unai Simon. Come agli Ottavi con l’Austria è proprio il numero 14 azzurro a sbloccare il risultato: Verratti lancia Insigne che serve in profondità Immobile, sulla respinta del difensore arriva Chiesa e con uno splendido destro a giro batte Unai Simon. Siamo in vantaggio e a Wembley esplode la gioia dei tifosi italiani. Mancini toglie Immobile, al suo posto dentro Berardi. Nella Spagna Morata rileva un evanescente Ferran Torres. Al 65’ Oyarzabal, servito da Koke, non riesce a girare di testa in rete a pochi passi da Donnarumma. Mani nei capelli per l’attaccante spagnolo, un sospiro di sollievo per il portierone azzurro, che poco dopo osserva terminare a fil di palo una conclusione di Dani Olmo. Galvanizzato dal gol, Chiesa con una magia manda in porta Berardi, Unai Simon si oppone con i piedi. Doppio cambio a testa: nella Spagna entrano Rodri e Gerard Moreno per Koke e Oyarzabal, Mancini risponde inserendo Pessina e Toloi al posto di Verratti ed Emerson. Bisogna soffrire, inevitabile. Dopo una conclusione di Berardi bloccata da Unai Simon, all’80’ la Spagna pareggia grazie a Morata, che combina bene con Dani Olmo e batte Donnarumma. Uno a uno e tutto da rifare. L’Italia accusa il colpo e poco dopo Busquets di testa sfiora il 2-1. C’è bisogno di forze fresche: entrano Locatelli e Belotti, escono Barella e Insigne. Luis Enrique inserisce Marcos Llorente al posto di Azpilicueta avendo capito che il match non si deciderà nei novanta minuti.
Si va ai supplementari. E’ la seconda volta in questo Europeo per l’Italia, la terza su tre partite ad eliminazione diretta per la Spagna. Brivido al 98’ nell’area di rigore azzurra, con Morata che non riesce ad inquadrare la porta dopo un calcio di punizione respinto da Donnarumma. Le Furie Rosse sono più fresche, gli Azzurri si difendono strenuamente. A fine primo tempo Mancini chiama a raccolta i suoi ragazzi in mezzo al campo chiedendo un ultimo sforzo. I crampi costringono Chiesa a lasciare il campo, sostituito da Bernardeschi. Al minuto 110 Chiellini lancia Berardi, che con un tocco sotto scavalca in uscita Unai Simon. Si alza la bandierina, fuorigioco. E dalla sala VAR arrivano conferme. La partita si decide ai rigori. Unai Simon para il primo rigore a Locatelli, ma Dani Olmo calcia in curva e si resta in parità. Belotti trasforma il secondo penalty, gli risponde Gerard Moreno, poi anche Bonucci e Thiago Alcantara spiazzano il portiere. Bernardeschi manda il pallone sotto l’incrocio, mentre Donnarumma ipnotizza Morata. La qualificazione è sui piedi di uno specialista, Jorginho, che segna e manda l’Italia in finale. Finisce con l’abbraccio di Wembley, dove gli Azzurri torneranno domenica per giocarsi il titolo. Il sogno continua. Non svegliateci.
(fonte: figc.it)