Domani dalle 11, in videoconferenza, inizia la “partita” contro la Procura Federale che ha deferito la Lazio per presunte violazioni del protocollo Figc sul Covid-19 (il club rischia una penalizzazione). Davanti al Tribunale Federale presieduto dal Dott. Cesare Mastrocola (il Collegio sarà composto da altri quattro Giudici), pertanto, si apre il processo sul caso tamponi. Il confronto tra accusa e difesa sarà serrato su molti aspetti, a partire dal nodo della Asl Roma 1. L’avvocato Gentile infatti, legale della Lazio, chiederà che venga ammesso come testimone il Direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Enrico Di Rosa, funzionario del Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 1. È il dirigente che prestò il consenso al Dottor Pulcini, Direttore Sanitario della Lazio, per la convocazione di Immobile nella gara Torino-Lazio del 1° novembre 2020. Nella memoria difensiva, la società biancazzurra ha allegato l’e-mail con cui Di Rosa confermava la telefonata con Pulcini per il via libera all’attaccante, reduce da un doppio tampone negativo dopo quello positivo in precedenza rilevato da Synlab, il laboratorio scelto dall’Uefa. Lo stesso Di Rosa è pronto a spiegare al Tribunale Federale perché, senza alcun dubbio, arrivò a quella decisione.

Si intuisce facilmente l’importanza cruciale di questa testimonianza nel processo. La Procura si oppone alla richiesta (come a tutte quelle avanzate dalla Lazio), sarà il Collegio  presieduto da Mastrocola a decidere. Visto che il parere dei rappresentanti della Asl hanno avuto un ruolo decisivo nei casi di Juventus-Napoli e Lazio-Torino, secondo la società capitolina (e non solo) sarebbe quantomeno curioso, oltre che ingiusto, che invece in questo processo – così delicato – non fossero ammesse le testimonianze.

Non è sicuro che già domani – per una questione di tempo – il nodo venga sciolto, perché prima il Collegio dovrà decidere su altre due situazioni cruciali. La prima: il difetto di giurisdizione contestato dalla Lazio alla Figc, visto che buon parte delle accuse nascono da tamponi effettuati nell’ambito di una competizione Uefa, cioè la Champions League, e non della Federcalcio. La seconda: l’ammissibilità della richiesta del Torino di partecipare al processo come parte interessata, sempre in relazione alla posizione di Immobile in quella famosa partita del 1° novembre.

Questo il programma della prima udienza, ma non è scontato che la seconda – quella in cui saranno presenti anche Lotito e i medici deferiti – venga fissata ad una settimana di distanza: si potrebbe andare anche oltre, per esigenze processuali e sportive.

Nella fase finale sarà valutata la posizione di Lotito, che nega ogni propria responsabilità nella vicenda tamponi: sarà un’altra situazione-chiave del processo.

(Fonte: Radiosei.it/La Repubblica)

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.