L’avv. Gian Luca Mignogna è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia per parlare delle varie vicende giudiziario-sportive che stanno coinvolgendo la Lazio:




“Dico la verità, non sono tranquillissimo non perché non ritenga valida la linea difensiva della Lazio, anzi, ma perché mi sembra stia soffiando un forte vento giustizialista nei confronti della Lazio che non mi piace per niente. Voglio ricordare a tutti che la giustizia sportiva è una giustizia privata, nel senso che ogni organo viene nominato, non assunto per concorso pubblico. Ora nessuno vuole dubitare della buona fede di chi opera in queste istituzioni, ma probabilmente è arrivato il momento che questo comparto della giustizia sportiva venga profondamente riformato, con i ruoli acquisiti per concorso e non per nomina, questo per trasparenza ed a tutela di tutti, anche di chi opera nel settore dell’ordinamento sportivo”.

“Nel caso tamponi i capi di imputazione sono plurimi, l’aspetto dell’autorizzazione concessa dal dottor Di Rosa dell’Asl Roma 1 è fondamentale. La Lazio ha chiesto la sua testimonianza per rafforzare una tesi già espressa, visto che l’autorizzazione era arrivata sia verbalmente che per email. La testimonianza, pertanto, sarebbe rafforzativa di quel contenuto. Se si ritiene che la Asl costituisca un potere sanitario primario che territorialmente può operare in deroga al protocollo Figc, questo principio deve valere in tutti gli ambiti. Se la Asl per voce del suo direttore di sanità pubblica ha autorizzato Immobile a giocare in Torino-Lazio, la sua autorizzazione deve valere così come è prevalso il parere della Asl in altri casi. I fatti emersi sono stati presi in considerazione in base all’analisi della Synlab, laboratorio che ha sede a Firenze e che aveva fatto i tamponi non per la FIGC ma per la UEFA.”




“La domanda è d’obbligo: possibile che un accertamento sanitario fatto in ambito UEFA venga utilizzato nella giurisdizione italiana in addebito a una società? Ritengo che abbia ragione l’avvocato Gentile quando dice di no, evidenziando dunque una sorta di difetto di giurisdizione. I principi dell’ordinamento italiano ci dicono che laddove dovesse esserci un vulnus normativo si applica il criterio dell’analogia. Se per Lazio-Torino dovesse prevalere il parere della ASL, non c’è dubbio che questo parere derogatorio debba poi valere anche per il processo tamponi. Sono convinto che la Lazio vada avanti sul caso Lazio-Torino non solo per una questione sportiva, ma anche per l’affermazione del principio giuridico: se quella partita si dovrà ripetere perché c’è stata una comunicazione prevalente della ASL territoriale, significa che per analogia questo principio si può applicare anche nel processo tamponi”.

“La Lazio è ormai costantemente impegnata su un doppio fronte, con partite anche più importanti che si svolgono fuori dal campo rispetto a quelle che abbracciano l’aspetto sportivo. L’appello che lancio a tutti i laziali è quello di stringersi attorno alla società, ci attaccano dappertutto e dunque c’è bisogno di unirsi perché sono ormai 3 anni che finiamo regolarmente sui giornali per casi di ogni tipo.”






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