di Arianna MICHETTONI (foto © Antonio FRAIOLI)

Le pagelle dell’amichevole tra Lazio e Benevento, conclusasi a reti bianche allo stadio Olimpico:

Thomas Strakosha – 6.5: Tanto impegnato quanto reattivo. Ottimo guardiano della poco ottima difesa biancazzurra, evita più volte l’imbarazzante svantaggio. Reattivo ed istintivo, mostra cenni di miglioramento pure nelle uscite o, comunque, nel districare situazione dal potenziale garbuglio. Sua prerogativa, in questa partita, il rinvio corto: funzionale alla trama di gioco, crea dialogo tra difesa e centrocampo.




Patric – 6: voto alla grinta e alla voglia di vincere – perché così si potrebbe idealmente dividere la formazione laziale, tra vogliosi di vittoria e vogliosi di non sconfitta. Non di rado lo si vede varcare la soglia del centrocampo: buona la propositività, condizione però non sufficiente – seppur necessaria – a scoprire la difesa. L’applauso ai compagni, l’unico dell’intera partita, svela più dell’uomo che del giocatore – c’è da chiedersi cosa apprezzi Tare, adesso. (Dall’80’: Djavan Anderson – SV)

Francesco Acerbi – 6: tiene la difesa, nel ruolo di mediatore per le ripartenze biancazzurre. L’intero reparto difensivo evidenzia però delle criticità, e lui, seppur il minor fattore problematico, si trova anti-protagonista delle frequenti incursioni del Benevento. Sventa, recupera e annulla quel che può: in sua difesa, e per sua difesa, l’offensiva beneventana è infine inefficace.

Stefan Radu – 5.5: l’uomo meno visibile della difesa laziale. Certo la tenuta della Lazio precipita al momento della sua sostituzione, peggiorando l’intera impressione della partita. Stefan è invece più impegnato nella prima frazione di gioco, quando c’è da creare e da dimostrare che la Lazio c’è, pur in via di definizione. (Dall’80’ Bastos – SV)




Manuel Lazzari – 6.5: pure lui nella schiera di chi vuole vincere, si lancia ed affonda tuttavia invano. I compagni provano a ricevere le sue giocate, non riuscendo a massimizzarle. Lui indefesso fa il suo gioco e mostra le sue qualità, saltando l’avversario sulla fascia e dominando in velocità. Gli si potrebbe chiedere, forse, maggiore precisione – che è, onestamente, il minore dei mali. (Dall’80’ Armini – SV)

Jean-Daniel Akpa Akpro – 6.5: mostra in campo il motivo della sua conferma. Ben integrato negli schemi di gioco e nelle fasi offensive, pecca nella finalizzazione. È spesso l’uomo giusto al momento giusto in area di rigore, pur non riuscendo a capitalizzare. Coraggioso negli uno-contro-uno, gli avversari non hanno la meglio su di lui: tiene palla o la recupera, e tiene il gioco. Buona risorsa, seppur il giudizio sia forse inficiato dal valore dell’avversario. (Dal 75’ Kiyine – SV)

Lucas Leiva – 6.5: la luce sul far della sera. Detta i ritmi, i tempi di gioco, imposta, crea, si arrabbia e pure tanto – meno male! La sua voce sovrasta tutte le voci, metaforicamente e non: l’avversario non passa, la voglia di vittoria non passa. (Dal 66’ Caicedo – 6: un guizzo il suo a scuotere acque preoccupantemente ferme, e che chissà allora quali movimenti vorticosi nascondono nel profondo)

Marco Parolo – 5: negli occhi impresse ben altre prestazioni dell’odierno capitano della Lazio che, nella sbagliona Lazio, sbaglia tanto. Riesce ancora ad avere la meglio dell’avversario affrontato individualmente, e però si perde, purtroppo, nelle azioni e nelle giocate corali. (Dal 66’ Escalante SV – senza voto, ma il buon supporto ad Immobile strappa un sorriso di speranza)




Jordan Lukaku – 6.5: buon motore offensivo laziale, ma i biancazzurri falliscono oggi nelle più rosee prospettive ad una settimana dalla partenza. Come il suo opposto Lazzari crea e propone, si propone, ogni suo pallone è quasi una dedica al miglior offerente. Le zero reti segnate dalla Lazio non son di certo affare suo, per questo. (Dal 66’ Marusic SV – ingresso impalpabile, penalizzato dal calo verticale della formazione guidata da Simone Inzaghi)

Joaquin Correa – 6: prova duetti con Immobile, l’intesa c’è, mancano i tempi scanditi. Ci si aspetta sempre tanto e, nella delusione generalizzata, la tristezza ammanta anche la metà di un duo che tanto bene aveva fatto – e tanti gol aveva suggerito. (Dal 75’ Cataldi – SV)

Ciro Immobile – 5.5: la scarpa d’oro non calza più, e speriamo che ci sia la scarpa di cristallo a conservare la magia fiabesca. Immobile non incide, sbaglia ciò che mai avrebbe sbagliato, sembra artefice di un tacito accordo di non esultanza. È come alla mezzanotte della Cenerentola, nell’ora più buia della Lazio di precampionato. Certo è difficile ripetersi, così come è difficile però costruire fama e reputazione: più alto è il piedistallo, più male farà la caduta. Che ci provi ancora, però: è solo questione di incantare ancora una volta il pallone. (Dal 80’ Adekanye – SV)

Allenatore Simone Inzaghi 6: romantica la sfida al fratello (che patrimonio genetico!), tragico l’epilogo. È difficile spezzare l’equilibrio di due fratelli entrambi attaccanti, entrambi bomber e, ad oggi, entrambi allenatori talentuosi. Una storia strappalacrime, sì, per i tifosi laziali: la differenza di categoria dovrebbe farsi sentire, invece è tutto così simile…






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