Il protocollo sui tamponi per le squadre di calcio rimane così com’è e gli incontri continueranno a svolgersi a porte chiuse. È questo l’orientamento che è stato ribadito nel corso della riunione del Comitato tecnico scientifico, dopo le richieste arrivate dal mondo del calcio. Il presidente della federcalcio Gravina aveva infatti parlato della possibilità di riaprire gli stadi come naturale conseguenza della riapertura delle scuole e aveva espressamente chiesto di modificare il protocollo sui tamponi, ritenendo “insostenibile” l’attuale normativa che prevede di effettuare un prelievo ai calciatori ogni 4 giorni. A questo proposito, il ministero dello Sport starebbe preparando una relazione sulla scansione delle partite della stagione 2020/21 e sulla possibilità dunque di allungare la frequenza dei tamponi per le squadre professionistiche. L’obiettivo è provare a convincere un Cts che al momento appare inamovibile.

Questo nonostante FIGC e Lega Serie A stiano mettendo a punto le regole per la riapertura: mascherine trasparenti per permettere il riconoscimento facciale, cinque aree di posizionamento agli ingressi. Non solo, ogni tifoso avrà a disposizione uno spazio di di 2,25 metri quadri così che possa mantenersi la distanza di un metro in ogni direzione. La capienza dei punti di ristoro sarà ridotta del 50% e anche per i bagni ci sarà una colonnina che controllerà la fila per evitare assembramenti. Misurazione della temperatura all’entrata: i lavoratori con più di 37,5° verranno isolati in modo temporaneo mentre i tifosi dovranno tornare a casa. Gli stadi potranno contenere solo il 20% della capienza massima, ma sembra ancora lontano il momento in cui le porte degli impianti si spalancheranno di nuovo.

(fonte: sport.mediaset.it)

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