di Alessandro DE CAROLIS

Cristina Coletta (35 anni), capitano ed attaccante delle Lazio Women, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo dopo diciassette anni con la maglia biancazzurra. Una scelta fatta con il cuore, un ritiro anticipato dettato dall’amore per la maglia. Ecco le sue parole sui momenti più belli, le gioie e i ricordi di chi ha dato l’anima per la Lazio, rilasciate tramite un’intervista esclusiva a Laziostory.it:




 Quando hai cominciato a giocare a pallone?

“Ho iniziato all’età di sei anni con il Bettini, squadra con cui sono rimasta per tre anni. Nei due anni successivi ho giocato con il Quarto Miglio, prima di passare alla Lazio per dieci anni. A seguire ci sono stati quattro anni al Sezze, tre anni a Capo D’Orlando, e il ritorno definitivo alla Lazio per gli ultimi sette anni della carriera”.

 A casa come hanno reagito alla chiamata della Lazio?

“Mio padre, mia mamma, mia sorella: tutti erano felici. Era il giusto premio per i miei visti i sacrifici fatti da papà nel portarmi agli allenamenti e alle partite”.

 Il primo gol realizzato e il gol più bello con la Lazio?

“Il primo gol fatto è stato a calciotto da centrocampo quando avevo 7/8 anni con la maglia del Bettini. Tra il pubblico, oltre ai genitori degli altri bambini, c’erano due vecchietti che venivano sempre a vedermi. Il gol più bello in assoluto che ricordo con piacere è quello con la maglia della Lazio contro il Genoa, un altro gol da centrocampo ma molto più bello e importante”.




 Come attaccante con che numero ti rispecchiavi di più?

“Mi vedevo più come numero 11 rispetto al 10 o al 9. I miei miti erano Giuseppe Signori e Rita Guarino. Sono molto affezionata anche al numero 19 con cui sono esplosa al Sezze. Fino all’epoca del Sezze ero un attaccante molto egoista che volevo segnare a tutti i costi. Volevo uscire dal campo con due o tre gol. Poi da Capo D’Orlando in poi sono diventata un’altra giocatrice, segnavo tanto ma mi piaceva molto far segnare”.

 Qual è stato l’anno più bello per te?

“L’anno più bello è stato il quarto al Sezze per i risultati ottenuti sul campo. Vincemmo lo spareggio per la A2 contro l’Acese con la mia doppietta. Il clima perfetto all’interno della squadra era merito del mister Manuela Tessi, una leader indiscussa. Seppur ci seguisse a distanza aveva tenuto compatto il gruppo come non mai”.

 Qual è il palmares di Cristina Coletta?

“Campionato Under20 con la Lazio, Promozione in A2 con il Sezze, Promozione in A con Capo D’Orlando”.

 Quando è nato il bellissimo rapporto con Manuela Tesse?

“Con Manuela è nato tutto al Sezze. Il ricordo più bello riguarda Lazio-Inter dell’anno scorso. I nerazzurri andarono in vantaggio, io segnai la rete del pareggio, subimmo il 2-1 e con la mia doppietta pareggiammo. Fummo l’unica squadra che pareggiò contro l’Inter. I nerazzurri venivamo da ben diciannove vittorie consecutive. Era una squadra fortissima. Noi stesse non ci capacitammo dell’impresa fatta. Fu una partita perfetta e lei senza dire nulla mi abbracciò, un gesto che però diceva tutto”.




 La compagna di squadra o una calciatrice in generale a cui ti sei legata?

“Sono molto legata ad Alessia Cianci. Siamo amiche da vent’anni e credo che come calciatrice sia la più forte in assoluto. Anche Martina Santoro che vedo come bandiera della Lazio”.

 Rinunciare ad altre offerte di altri club pur di non tradire la maglia della Lazio è stata dura?

“Ho ricevuto altre proposte da altri club, si. Ma sono cresciuta con la Lazio. Fiera di avere l’aquila cucita sul petto. Io mi sentivo di poter giocare ancora due o tre anni. Purtroppo non era più possibile quindi ho deciso di chiudere così, indossando la maglia che porto nel cuore”.






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