di Alessandro DE CAROLIS

Il Napoli trionfa ai calci di rigore e si regala la sesta Coppa Italia della sua storia. Un trofeo che verrà ricordato per diversi motivi: le restrizioni anti Covid19 in campo e sugli spalti, l’inno di Mameli “scempiato” dal cantante Sergio Sylvestre, una premiazione “fai da te” e, infine, il finto pubblico degno dei primi videogame degli anni ’80.

La partita dice poco e nulla nei 90′. Il Napoli ha creato gli unici pochi pericoli, mentre la Juventus ha riproposto i fantasmi già visti contro il Milan in semifinale. Una finale che si accende solo al 91′, quando Buffon nega due gol ai campani nel giro di pochi secondi.

I calci di rigore rispecchiano quanto visto in precedenza. I partenopei sono lucidi e micidiali dagli undici metri segnando tutti e quattro i penalty tirati. I bianconeri ne sbagliano due su quattro, grazie agli errori grossolani di Dybala e Danilo.

E chissà che questa sconfitta, la seconda finale persa in sei mesa, non possa creare contraccolpi in casa bianconera e favorire il cammino della Lazio verso quel sogno proibito chiamato scudetto.

Albo d’oro Coppa Italia: 

Juventus (13), Roma (9), Inter e Lazio (7), Fiorentina e Napoli (6), Milan e Torino (5), Sampdoria (4), Parma (3), Bologna (2), Atalanta, Genoa, Venezia, Vado e Vicenza (1)

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