di Stefano BELLI
Avete presente la partita di poker che caratterizza il film “Regalo di Natale”? A un certo punto l’avvocato Antonio Santelia propone a Franco Mattioli (Diego Abatantuono) che sta perdendo una somma di denaro non indifferente di alzarsi dal tavolo e andarsene con ancora tutti i soldi in tasca. A patto di non sapere con quale punto lo ha sfidato a giocarsi 250 milioni di lire.
In realtà dietro alla magnanimità del personaggio interpretato dal compianto Carlo Delle Piane c’è un trucco psicologico che porterà il gestore di uno dei più grandi cinema di Milano a rovinarsi definitivamente. Questo perché, come spiega lo stesso avvocato in una delle scene finali, sarebbe stato insopportabile per lui chiudere la mano senza sapere quali carte avesse il suo avversario, e ci avrebbe ripensato per tutta la vita.
E anche noi ripenseremo per molto, molto tempo a come sarebbe andato a finire questo campionato se il Covid-19 non si fosse preso la scena, costringendoci a fermare tutto e a starcene rintanati in casa per settimane nel tentativo di non far collassare letteralmente il sistema sanitario italiano, come invece sta accadendo in Brasile dove proprio in queste ore il presidente Bolsonaro ha smentito l’esistenza del Brasile. Chissà dove ci avrebbe portato la corsa cominciata con quella rimonta pazzesca all’Atalanta in un sabato pomeriggio di metà ottobre, che a 12 giornate dalla fine ci ha permesso di arrivare a un solo punto dalla Juventus capolista. Resteremo per sempre con questo dubbio, perché è vero che tra pochi giorni – in realtà è già ricominciata la Coppa Italia – si ritornerà in campo ma i tre mesi di sosta forzata, con i giocatori costretti a cazzeggiare su Instagram o a correre i Gran Premi di Formula 1 alla PlayStation (vedi Immobile che faceva a sportellate con l’astro nascente dell’automobilismo mondiale, Giovinazzi), hanno inevitabilmente annullato tutti i valori di forza. Si ripartirà da zero, come se qualcuno avesse premuto il pulsante di riavvio proprio mentre stavi per sconfiggere il mostro finale e ti tocca rifare il gioco da capo. È impossibile fare pronostici ma prepariamoci, almeno all’inizio, a secondi tempi anestetizzanti: se Juventus-Milan e Napoli-Inter sono state obiettivamente inguardabili dal 46’ al 90’ non osiamo immaginare un Torino-Parma che avrà l’onore di inaugurare la Serie A post-Covid. Perché la quarantena ha appesantito anche gli atleti più irreprensibili, non solo gli impiegati che prima attraversavano la città per andare al lavoro e ora grazie allo smartworking al massimo devono attraversare il soggiorno.
Sarà un campionato completamente diverso da quello che si è bruscamente arrestato con l’uno-due di Luis Alberto e Correa davanti ai 40 mila dell’Olimpico, quando ancora potevamo assembrarci senza sviluppare paranoie se al vicino di posto scappava uno starnuto. E non potrebbe essere altrimenti, visto che nel frattempo ci siamo ritrovati a vivere in un mondo completamente diverso da quello che conoscevamo.