Dietrofront, nemmeno troppo apparente: per premier, ministri, commissari, virologi, presidenti vari compiacenti, rigorosamente tutti con la lettera minuscola, il calcio forse non riparte. O meglio, riprende a settembre, con il nuovo campionato 2020/21. Le altre Leghe europee? Alcune vanno avanti mentre altre no. E le coppe? Quelle si dovrebbero giocare in estate eventualmente con nuove formule, l’UEFA starebbe spingendo per questa ipotesi. In caso di stop, varrà la classifica al momento del “fermi tutti”!?! In Italia, c’è chi esulterà perché già fallito e non interessato ad andare avanti con questa stagione sportiva, oppure c’è chi farà finta di recriminare mentre invece godrà nel non dover più giocare. Tanto economicamente, politicamente, mediaticamente, si è sempre stati coperti, sorretti, salvati. Un’ulteriore soluzione si troverà, anche in mancanza di introiti, incassi, diritti televisivi, sponsor etc. Troppo scomoda per tutti, a Roma e dintorni lontani, la possibilità, molto concreta, che a vincere fossero la Lazio ed i Laziali, rigorosamente con la lettera maiuscola. I più forti. I più in forma. Proprio per questo, tali signori si “dimenticano” che la Lazio ha già vinto la Supercoppa Italiana battendo 3-1, come due settimane prima in campionato, la pluricampione Juventus. Dati, alla mano, lo scontro diretto di Torino avrebbe potuto parlare ancora romano… Paura eh?!? La prossima Supercoppa, in assenza dell’assegnazione della Coppa Italia, nuovamente contro la vecchia signora, sarà il prossimo obiettivo di chi continua ad alzare trofei, a differenza di altri, e perciò continua anche a dare fastidio. E continuerà… Perché a settembre, se come probabile si ricomincerà, speriamo da dove e come si è interrotto, la Lazio questa sarà. Ancora più temprata dalla forza della sua gente sempre più abituata a combattere e a lottare contro tutti contro. Come accaduto proprio in questi giorni. Anche contro il fuoco amico. La Lazio ed i Laziali erano e saranno pronti a giocare, ad osare. E chi osa vince…
(Fonte: Sodalizio / Enrico Pedone)
