di Alessandro DE CAROLIS

Ecco le parole di Marco Parolo nella lunga intervista su Lazio Style Channel.

Oltre agli allenamenti, mi sto dedicando anche al giardino: questa passione mi rilassa molto, non lo facevo molto, ma ora che ho più tempo passo anche un paio d’ore a curare il verde di casa. In questo periodo abbiamo inventato molte attività a casa, dal gioco della campana fino alla caccia al tesoro. All’inizio la gente vorrà ripartire al massimo, ma aver avuto più tempo a casa porterà a delle riflessioni nel futuro: spero che tutti riusciranno a trarre vantaggio da questo periodo di quarantena.

Nella vita di tutti i giorni si perdono di vista tanti dettagli portando spesso il proprio corpo ad un sovraccarico. Ogni faccenda negativa può avere un risvolto positivo, dobbiamo concentrarci proprio sugli aspetti positivi altrimenti non si riuscirà a ripartire. L’Italia riesce sempre a trovare una soluzione a tutto, mi auguro che dopo la quarantena non ci sia spazio per la follia, ma per la ponderazione. Sto leggendo un libro di Gianni Mura sul triangolo rosso, si tratta di tanti suoi articoli scritti sul ciclismo, una mia vecchia passione. Da piccolo guardavo spesso in tv le gare di ciclismo e la scrittura di Gianni Mura è molto poetica, ha rappresentato una figura importantissima nel giornalismo sportivo italiano. A Gallarate ci sono stati dei disagi, ma si sta muovendo qualcosa: c’è molta attenzione alle richieste dello stato, ovvero muovendosi con cautela e rispetto delle norme di sicurezza ed igiene.

Mi manca molto lo spirito della competizione, la partitella in allenamento e la voglia di sfidarci quotidianamente. È sempre bello vincere e giocare la domenica, ma la cosa che mi manca di più è appunta la sfida quotidiana e la voglia di dimostrare ogni giorno qualcosa. Vogliamo tornare il più presto a tutto questo. Ho seguito Immobile alla guida nel GP virtuale in Cina, lui è molto avanti rispetto a me nel gaming. Ma ci confrontiamo spesso sulla Formula 1, alla playstation lui è più forte rispetto a me, ma a livello di conoscenze magari sono più avanti io.

A casa ho solo un pallone della Serie A, ed è quello che risale al poker segnato al Pescara nella stagione 2016/17. C’è tanta voglia di ripartire nello spogliatoio, ci stiamo allenando intensamente e non vogliamo lasciare nulla d’intentato. Si era creata una grande sinergia tra noi ed i nostri tifosi, grazie a loro eravamo sempre in vantaggio. C’era quell’atmosfera che ti faceva capire sin dall’inizio che non ci sarebbe stato scampo per gli avversari, nessuna tifoseria riesce a creare questo meglio della tifoseria laziale che, anche in trasferta, riesce ad essere molto presente. Dovremo compensare l’assenza del pubblico con la voglia di arrivare fino in fondo. Quest’anno, nell’ultimo ritiro di Auronzo, c’è stato un ritmo incredibile: gli scorsi anni si vedevano malumori che alla lunga avrebbero potuto portare a dei problemi, quest’anno c’è sempre stata una grande sinergia ed un’ottima qualità negli allenamenti. In questo modo siamo sempre arrivati pronti ad ogni partita, raggiungendo poi ottimi risultati.

Quando si lotta per qualcosa di concreto si hanno energie diverse. L’obiettivo, quando si respira nell’aria, porta a dare di più. Il sogno servirà per mettere in campo ancora grande energia in campo. La costruzione dal basso, siamo cresciuti molto grazie allo staff, e la fase di non possesso, nella quale c’è la collaborazione di tutti, ci hanno portato in questa posizione di classifica. Dare continuità ad un progetto vuol dire anche trovare i peccati e migliorarli giorno dopo giorno, lo staff tecnico ci sta facendo amare quello che stiamo facendo sul campo trasformando sul campo le lezioni teoriche. In questo modo siamo diventati una delle migliori difese del campionato. Spesso nel corso di questa stagione si è vista grande compattezza di squadra per difendere il risultato, una caratteristica che ricorda molto la Juventus degli ultimi anni. Anche calciatori di grande qualità si sono messi a disposizione nella fase di non possesso.

Negli anni passati abbiamo sempre creato molto segnando tante reti, quest’anno c’è stato un cambiamento importante: avere un obiettivo come lo Scudetto porta anche a svolgere della corsa in più per aiutare i propri compagni. Il mister con il suo staff hanno avuto la capacità di mettere insieme tutti gli aspetti più positivi: i risultati parlano chiaro, il lavoro è stato svolto finora in maniera egregia. Possiamo ancora migliorare, la squadra ha ancora margini per poter crescere. Non sono più un titolare inamovibile, ho dovuto riformattare il mio cervello e la mia modalità d’allenamento e di preparazione. Ad una certa età si può essere utili ed indispensabili in altri modi. Ho fatto fatica all’inizio ad entrare nel ritmo giusto, perché con le partite si cresce anche fisicamente. Regolarmi ha portato a sentirmi utile per la squadra ed a ritrovare grande voglia nell’allenamento per poi mettere in difficoltà il mister nelle scelte. Ogni calciatore deve avere la coscienza pulita e dare il massimo per mettersi in mostra, per poi dare il massimo nel tempo che gli viene concesso in gara. Ad un certo punto della carriera bisogna cambiare anche modo di pensare e di giocare: amo questa maglia e questa piazza, mi sono messo a disposizione senza neanche pensarci.

Danilo Cataldi è già un dopo-Leiva. È un calciatore che ci sta dando tanto, anche se ha caratteristiche diverse da Lucas. Cataldi è cresciuto mentalmente e negli ultimi due anni è cresciuto molto, è un calciatore importante e può essere un perno della squadra. Sa cosa vuol dire essere laziale e può essere fondamentale per lo spogliatoio: ora ha 26 anni, è nel pieno della sua carriera e la Lazio può contare su di lui.

La mia scuola calcio? È ferma, siamo in attesa di capire se si potrà fare qualcosa nel corso della prossima estate. È un dispiacere perché sarebbe bello sapere che ci sono bambini che seguono un sogno vissuto con il divertimento, spero possano ripartire al meglio”.

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